Banca d’Italia e l’economia della Campania: Più occupati ma calano gli investimenti

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L’andamento dell’economia campana è sostanzialmente positivo. L’occupazione è in aumento, con effetti positivi sui redditi e sui consumi; cresce anche l’export. Ma la crescita non è stata diffusa: in calo il settore dell’edilizia e gli investimenti. Preoccupanti anche i dati sull’occupazione e sull’incidenza “povertà assoluta”. In ogni caso si è ancora lontani dai livelli pre-crisi. È il quadro emerso dal rapporto sull’economia della Campania della Banca d’Italia relativo al 2016. Positivi tutti i principali indicatori: l’export fa registrare un +2,5% a fronte del +2,5% del 2015; in leggero aumento anche l’import (+0,4%) dopo l’impennata del 2015 (+10,8%). In crescita anche la domanda interna (+0,8%,+1,2% il dato del 2016). L’occupazione segna un +3,8% (+1% nell’anno precedente). Cresce anche la percentuale sul credito con un +2,7% rispetto al +1,3% del 2015. Il tasso di disoccupazione resta ancora alto (20,4%, 19,8 nel 2015); altissimo quello della disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni (49,9%%, 52,7% l’anno precedente), assai maggiore rispetto alla media nazionale del 37,8%. Aumenta anche il tasso di attività (51,9% contro il 49,5 del 2015), comunque più basso rispetto alla media nazionale del 64,9%. Ancora molto alto anche il tasso di incidenza “povertà assoluta” (7,7% rispetto all’8,7 del 2015).

Cresce la redditività
Buone notizie per le imprese, la cui redditività è ritornata per la maggior parte dei settori ai livelli precedenti alla crisi del 2008. Dato che però deve fare il conto col fatto che molte aziende sono uscite dal mercato nel periodo della recessione. Ridotto anche il livello di indebitamento. L’industria campana fa registrare il calo del fatturato e degli investimenti, tuttavia migliore rispetto alle attese delle aziende. Hanno pesato l’incertezza politica in campo nazionale e internazionale, oltre a un clima generale di attesa rispetto agli incentivi promossi da governo e Regione. Dovrebbe tuttavia andar meglio nell’anno in corso. Scarsa anche la diffusione delle tecnologie più avanzate nell’impresa campana (intelligenza artificiale e big data, robotica avanzata, stampa 3D), mentre è buona la presenza del cloud.

Export, più luci che ombre
Le esportazioni totali sono aumentate nel 2016 (+2.9%), in lieve accelerazione rispetto al 2015 (+2,5%). Rallentano tuttavia nel settore farmaceutico (1,9% contro il 3,3 dell’anno precedente). L’export agroalimentare ha rallentato in valore (2,2% dal 10,1), riflettendo la flessione di conserve e pasta verso il Regno Unito, imputabile a fattori di prezzo (mentre hanno accelerato in quantità). Positivo soprattutto il dato dell’export di conserve verso la Libia. Aumentato il numero di partner commerciali (circa 150 per il settore pasta, circa 85 per quello lattiero-caseario). Il settore delle costruzioni, come si diceva, è quello che ha fatto registrare la maggiore flessione: -9% di occupati e -12,3% per quanto riguarda la produzione. Cresce il mercato immobiliare: aumentano le transazioni immobiliari (+15,5% per le compravendite), mentre la dinamica dei prezzi comincia a mostrare alcuni segnali di inversione. Buoni i dati fatti registrare dai porti campani: crescono i volumi movimentati tramite container sia a Napoli che a Salerno. A far da traino alla crescita dell’economia campana è il settore del turismo, in forte espansione: il dato del turismo internazionale segna un +12,1% nel 2016 (+3,6% nel 2015). In crescita soprattutto il turismo culturale, che ha prodotto 42 milioni di introiti (+17,5%) per 8 milioni di visitatori (+14,3%). In forte aumento anche il trasporto passeggeri all’aeroporto di Napoli (+10% nel 2016 rispetto al +3,4 del 2015).

Pianeta innovazione
Sono 471 le start-up innovative registrate in Campania a marzo 2017, quinta regione in Italia. Tuttavia le imprese innovative presentano una redditività inferiore rispetto alle altre start-up della regione, ma fanno registrare una liquidità più ampia. Sostanzialmente positivo il dato del credito, nonostante il rallentamento della manifattura (-0,4%). In crescita i dati relativi alle costruzioni (+1,5%) e ai servizi (+3,5%). Credito che continua a espandersi per le imprese classificate come sicure, mentre prosegue il calo per quelle rischiose. Ridotto il costo del credito, in particolare per le imprese medio-grandi. Gli elevati tassi di deterioramento hanno portato a una maggiore incidenza dei prestiti deteriorati in Campania rispetto al resto del Paese. Il tasso di ingresso in sofferenza resta elevato, specie per le costruzioni, a causa soprattutto dell’accumulo di crediti anomali. Tuttavia il tasso di deterioramento fa registrare dei miglioramenti. Nell’ultimo biennio le banche hanno fatto un maggiore ricorso alle cessioni (+6% nel 2016) per stabilizzare il livello delle sofferenze. Per quanto riguarda l’occupazione, prosegue il processo di stabilizzazione dei rapporti di lavoro, mentre il rientro dalla inoccupazione fa registrare tempi più rapidi per i laureati e i lavoratori con almeno 35 anni. Nel 2016 i consumi delle famiglie hanno continuato a crescere (+0,9% rispetto al +0,7% del 2015), soprattutto per quanto riguarda gli acquisti di beni durevoli (+6,1%). Aumentano anche i depositi bancari (+1,8% a fronte dell’1,2 del 2015), in particolare quelli in conto corrente.
I primi dati del 2017 confermano il trend dell’anno precedente: prosegue l’espansione dell’attività (export +2,9%, occupazione +3,5, credito +2,9). Anche gli investimenti dovrebbero crescere nell’anno in corso, beneficiando dell’iper e super ammortamento, contribuendo a una ripresa sostanziale, e tuttavia ancora lenta, dell’economia campana.