Gioco d’azzardo, i numeri del mercato mondiale

688

 

Non solo l’Italia è un Paese di scommettitori. L’argomento gioco d’azzardo è tornato di tendenza negli ultimi anni, con la raccolta totale che ha toccato i 95 miliardi di euro nel 2016. Una cifra impossibile da raggiungere senza il contributo finanziario dei tanti cittadini (se ne contano circa 16 milioni) che si affidano almeno una volta alla fortuna. Ma all’estero la situazione è davvero diversa? Pare proprio di no, anzi. Noi italiani siamo anche meno spregiudicati di altre popolazioni.

La spesa complessiva per il gioco d’azzardo ha raggiunto quota 385 miliardi di dollari nel 2016, record assoluto. Attenzione, la spesa non è da confondere con il volume di gioco. Con quest’ultimo intendiamo il totale di denaro che circola nel settore, comprese le vincite restituite ai giocatori. I dati che prendiamo in considerazione invece considerano solo i soldi effettivamente persi da chi scommette, quindi la differenza tra l’esborso e l’introito. Che a livello mondiale è appunto arrivata a 385 miliardi di dollari. E in questa graduatoria l’Italia ha una posizione di rilievo, piazzandosi ai piedi del podio ma conquistando il primato europeo. Davanti alla Penisola infatti si trovano soltanto i dominatori USA (116,9 miliardi di dollari), la Cina (62,4) e il Giappone (24,1). Il Bel Paese si ferma a circa 19 miliardi di dollari, comunque non pochi. Uno in più della Gran Bretagna, che ha una tradizione ben più radicata.

I dati sorprendono soprattutto per la composizione del mercato mondiale del gioco d’azzardo. Stati Uniti e Cina infatti possono contare su intere città costruite apposta per il divertimento, muovendo miliardi di euro ogni anno. Gli USA hanno inventato la capitale del vizio con Las Vegas, ripetendo l’esperimento su Atlantic City e permettendo ai loro cittadini di trovare diversi spazi in cui concentrare le loro puntate. Il governo cinese a sua volta è consapevole delle potenzialità del mercato, e negli ultimi anni ha favorito l’affermazione di Macao come centro principale del gioco. Non a caso nell’ultimo decennio la città ha attirato un vero e proprio esodo di pokeristi americani, diventando la meta prediletta dagli high-rollers di Texas Hold’em. La diversa tassazione ha anche rilanciato i diversi giochi da casinò, anche quelli meno in voga in Italia. La roulette per esempio continua a esercitare il suo fascino in Francia, Russia e USA, ma sta rapidamente conquistando il mercato asiatico. Il blackjack online e classico invece rimane un gioco dal gusto piuttosto occidentale, ma nell’età della globalizzazione il concetto è più che mai relativo. Il fascino per il gioco più popolare al mondo è cresciuto ulteriormente negli ultimi anni grazie all’influenza e al successo del blackjack nella versione online. Le numerose versioni fornite dalle principali piattaforme di casinò affiancate dall’eterno fascino per uno dei classici giochi da casinò basati sulla strategia, hanno permesso al blackjack di vivere una seconda giovinezza.

La graduatoria stilata con la spesa complessiva è però destinata a cambiare in modo significativo se si rapporta con il numero degli abitanti. La nazione più ossessionata dall’azzardo pare infatti essere l’Australia, i cui abitanti hanno perso in media 990 dollari nel 2016. Sul podio si posizionano invece Singapore (650 dollari) e Irlanda (520), entrambi esclusi nella graduatoria iniziale per la presenza limitata di abitanti. L’Italia scivola così al nono posto globale, con una spesa pro capite di 360 dollari. Il quarto europeo, dietro anche a Finlandia (480) e Norvegia (380). Scivolano molto più indietro Cina e Giappone, mentre gli Stati Uniti si mantengono nella zona alta con i 480 dollari per abitante. Tra queste l’Italia può però vantare il migliore sistema di lotta all’azzardo illegale, contrastato con forza dal governo centrale. Negli USA le scommesse su siti non autorizzati sono all’ordine del giorno, soprattutto negli Stati in cui puntare è contro la legge. Almeno questo primato teniamocelo stretto.