A Cafiero De Raho, Goracci e Iannaccone il premio “Napoli città di pace”

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“La difesa della giustizia come presupposto di ogni pace”‘ è la motivazione con la quale per la prima volta dopo dieci anni dalla sua nascita il Premio “Napoli città di pace” viene assegnato ad un magistrato impegnato nella lotta alle mafie. Si tratta del procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, il magistrato che avviò un’azione di contrasto al clan dei Casalesi culminata poi nel processo Spartacus. Accanto a Cafiero De Raho nella terna dei premiati ci sono anche i giornalisti Lucia Goracci, inviato di guerra che ha seguito alcuni dei conflitti internazionali più delicati degli ultimi anni dal Medio Oriente all’America Latina e Domenico Iannacone, autore e conduttore de “I Dieci Comandamenti”. A Pietro Bartolo, “medico eroe” di Lampedusa, va il Premio speciale ‘Testimone di Misericordia’. La cerimonia di premiazione della nona edizione del Premio, nato nel 2007 grazie ad una sinergia tra l’Arcidiocesi di Napoli, l’Università Suor Orsola Benincasa, l’Ucsi (Unione cattolica della stampa italiana) della Campania, l’Ordine regionale dei giornalisti, si svolgerà domani, alle 11, nella Sala degli Angeli del Suor Orsola Benincasa. Ad aprire la cerimonia ci saranno il rettore Lucio d’Alessandro, Giuseppe Blasi, presidente dell’Ucsi Campania, Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania e Donatella Trotta, vicepresidente nazionale dell’Ucsi. La premiazione sarà affidata all’arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe. Dalla scorsa edizione, in occasione dell’Anno della Misericordia indetto da Papa Francesco, il Premio “Napoli Città di Pace” ha istituito anche una sezione speciale “Testimone di Misericordia”, con l’obiettivo di segnalare e premiare le esperienze più significative di impegno nel volontariato e nella solidarietà concreta sulle molteplici frontiere dei bisogni. Quest’anno il vincitore della sezione “Testimone di Misericordia” è Pietro Bartolo, medico responsabile del Presidio sanitario di Lampedusa premiato “per aver tutelato la salute, i diritti e la dignità di 300mila migranti e rifugiati in 25 anni di accoglienza a Lampedusa, asciugando ‘lacrime di sale’ tra dolore e speranza con l’abnegazione di un medico che mette al centro la persona e il valore inalienabile della vita”.