Unione Industriali, fronte comune tra Regione e imprese sullo sviluppo urbano

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La prima cosa che salta all’occhio al convegno “Le vie dello sviluppo” organizzato da Confindustria e Unione industriali di Napoli a Città della Scienza, è la location. Non è un caso che gli industriali abbiano voluto che il dibattito si tenesse a Bagnoli, qui dove si gioca la partita più importante in tema di urbanistica per Napoli e la Campania. E qui dove l’ingorgo istituzionale tra governo, Regione e Comune si fa più palese. A fare le veci del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca (assente perché influenzato), c’è l’assessore alle Attività Produttive, Amedeo Lepore. “Bisogna uscire dai municipalismi – avverte – e avere una sola visione. Abbiamo due grandi risorse: i nostri giovani e le imprese. Per questo Cisco e Apple vengono qui. La Regione fa la sua parte: siamo i primi ad aver fatto una legge su Industria 4.0, stiamo sburocratizzando, abbiamo defiscalizzato, stiamo per lanciare la Zona economica speciale”.

boccia

L’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, fa il punto della situazione su Bagnoli: “Stiamo completando la caratterizzazione e la rimozione dell’eternit, le macchine sono al lavoro”. Ma il vicesindaco di Napoli, Raffaele Del Giudice, ricorda che “serve un patto con la comunità per ogni progetto di riqualificazione urbana”. È il turno di Ambrogio Prezioso, presidente degli industriali partenopei, che quest’anno festeggiano cento anni. “Parliamo di dialogo tra le istituzioni, voglio fare il confronto con Milano, Italia: si crea le fiera più importante, si fa Expo e tutti gli attori, pubblici e privati, si trovano insieme. Laddove c’è condivisione si prendono decisioni rapide”. Tocca a Claudio De Vincenti, capo del dicastero per il Sud voluto dal governo Gentiloni. Il ministro snocciola dati: “Il Patto per la Campania è già attivo: 4 dei 9 miliardi previsti sono già in moto, abbiamo recuperato i fondi della programmazione 2007-2013, mentre per quella attuale già abbiamo attivato il 26% delle risorse”. Poi ricorda Antonio Gramsci: “È stato il primo a dire chiaramente che la questione meridionale è questione nazionale”. Le conclusioni sono affidate al presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. “Basta con la cultura del bisogna aspettare che passi la nottata, bisogna pianificare. E basta raccontarci male: siamo la seconda industria d’Europa, tra 14 macrosettori economici in ben 9 siamo tra i primi: questo ce lo dobbiamo dire”. Infine Boccia lancia un messaggio non troppo velato: “Le persone di distinguono in quelle che vogliono essere qualcuno e in quelle che vogliono fare qualcosa. Noi siamo tra quelli che vogliono fare qualcosa”. Chi ha orecchi intenda.

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