Industria 4.0, sempre più aziende investono nel digitale

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La quota del fatturato che le aziende investiranno in Industry 4.0 nei prossimi 5 anni è in netta crescita, ma, mentre oltre la metà delle aziende italiane (56%) è interessata agli incentivi fiscali 2017, mancano competenze e cultura aziendale per poterne usufruire. Per questo, le aziende (62%) chiedono al governo un’estensione temporale del parco beni agevolabile (18%) e una procedura più semplificata (10%). Sono, in sintesi, i risultati di una survey condotta da PwC, network di imprese in 157 Paesi con oltre 208.000 professionisti impegnati a garantire la qualità dei servizi nel settore fiscale, della revisione e della consulenza, su oltre 400 aziende italiane per comprendere l’importanza che viene riconosciuta all’industria 4.0, la maturità di questi progetti e l’approccio delle società stesse. Per sviluppare le potenzialità dell’industria 4.0, le aziende nel mondo investono ogni anno oltre 900 miliardi di dollari e l’indagine evidenzia, anche in Italia, un’attenzione crescente verso la digitalizzazione delle operazioni e l’utilizzo sempre più spinto delle informazioni sia nell’area del processo produttivo che nello sviluppo del prodotto e del mercato. 
A conferma dell’importanza degli investimenti in soluzioni digitali, il 37% degli intervistati italiani prevede di investire nei prossimi 5 anni sino al 3% del proprio fatturato in tali progetti, il 34% ha indicato di voler allocare il 4%-5% del fatturato, il 22% una percentuale superiore tra l’8% e il 9% del fatturato, mentre il 7% investirà almeno il 10%, tassi in netta crescita rispetto a quanto le stesse aziende hanno dichiarato di aver investito negli ultimi due anni. Nel dettaglio, il 56% delle aziende che hanno partecipato alla survey hanno indicato di essere molto interessate ai benefici del piano di incentivi fiscali della legge di Bilancio 2017 sul tema Industry 4.0, pur non avendo ancora tutte le competenze necessarie a valutare correttamente come muoversi e i primi step, il 40% si è già strutturato e mosso in tale direzione, mentre il 4% ha indicato uno scarso interesse. All’interno delle aziende, permangono dei fattori inibitori che ostacolano il processo di digitalizzazione dei processi operativi, tra i principali: per il 23% dei rispondenti è la mancanza di cultura digitale e formazione, per il 21% l’assenza di una chiara visione digitale e leadership del top management, per il 14% investimenti adeguati in tali direzione, seguiti tra i fattori principali dall’incertezza del ritorno sugli investimenti (12%) e la mancanza di talenti digitali (10%).
Guardando agli obiettivi di un programma di Industry 4.0, il 45% degli intervistati indica la riduzione di costi aziendali e un conseguente aumento dell’efficienza, il 26% un’accelerazione nell’introduzione di maggiori tecnologie e le collegate competenze, il 9% lo sviluppi di nuovi prodotti digitali e il 20% l’accesso alle agevolazioni fiscali oggi disponibili. I processi aziendali che potrebbero principalmente beneficiare di questi progetti sono la pianificazione della produzione (24%), lo sviluppo del prodotto e la sua industrializzazione (23%), il Data Analytics (19%), l’ottimizzazione dei canali di vendita e marketing (13%) e della supply chain (14%). ”Il piano Industry 4.0 -commenta Gabriele Caragnano, Partner e Industry 4.0 Operations Leader di PwC- non deve essere affrontato come un’operazione tattica per sfruttare l’incentivo fiscale. Industry 4.0 è un’enorme occasione strategica per trasformare la fabbrica, utilizzando le moderne tecnologie digitali e l’interconnessione come acceleratori dell’evoluzione del proprio modello operativo”.
In relazione alle mosse del governo sul tema Industry 4.0, e sulle criticità maggiori che le aziende hanno riscontrato nella comprensione della normativa, il 48% delle aziende italiane che hanno partecipato all’indagine ha indicato la comprensione delle caratteristiche che i beni devono possedere, seguito dalla difficoltà nell’abbinare queste caratteristiche al bene presente nel piano investimenti (21%), le difficoltà di collegamento tra beni immateriali e materiali (13%) e i dubbi legati alla tempistica di consegna e messa in funzione del bene (8%), mentre il restante 10% non ha indicato alcuna criticità o dubbio. Per questo, il 62% delle aziende chiede al governo un’estensione temporale del piano di incentivi oltre il 31 dicembre 2017, il 18% un ampliamento del parco beni agevolabile ad ambiti non strettamente collegati alla fabbrica (come i mezzi di trasporto), il 10% una semplificazione della procedura, per esempio eliminando l’obbligo di perizia giurata, l’8% l’estensione del piano ai beni acquistati nel 2016 e messi in funzione nel 2017, mentre il 2% non ha indicato input particolari. ”La circolare congiunta dell’Agenzia delle Entrate e del ministero dello Sviluppo Economico -spiega Antonio Borrelli, Partner PwC Tax and Legal Services- fornisce importanti chiarimenti in tema di investimenti, tempistiche e procedure per beneficiare dell’iper e del super-ammortamento. La cumulabilità di queste agevolazioni con altri incentivi è una concreta opportunità per le imprese che investono nella trasformazione tecnologica e digitale in chiave Industria 4.0”, conclude.