Napoli, il progetto di bike-sharing fermo dal 2015

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Circa 15mila utenti in un anno, per 51mila sessioni e circa 120mila km percorsi. I dati sono quelli del servizio di bike sharing ideato per la città di Napoli dall’associazione Cleanap e supportato da Comune e Anm (Azienda napoletana mobilità). Ma sono i dati relativi ai primi 9 mesi del 2015, perché oggi gli stalli per le biciclette disseminati nei punti nevralgici del centro città sono desolatamente vuoti: il progetto Bike Sharing Napoli ha infatti chiuso i battenti il 30 settembre 2015, quando cioè si è conclusa l’erogazione del cofinanziamento del Miur inerente il bando “Smart Cities and Communities and Social innovation” – Pon Ricerca e Competitività 2007-2013. Da allora è tutto fermo, nonostante il successo dell’iniziativa. E per ora “non ci sono novità al riguardo”, spiegano da Cleanap, associazione fondata da un gruppo di giovani che si occupa di sostenibilità e social innovation, e che oggi promuove interventi di riqualificazione in città. Il progetto di bike sharing ideato da Cleanap e vincitore del bando del Miur, si legge sul sito di Bike Sharing Napoli ancora attivo, era caratterizzato da “una forte componente sperimentale, basata sulla simulazione di un servizio di trasporto pubblico realizzato ad hoc per le peculiarità del tessuto urbano, e corredato da un’app, motore innovativo e smart del progetto, tramite la quale l’utente può utilizzare il sistema e avere una serie di servizi informativi per fruire dei beni e delle evidenze culturali partenopee”.
Il sistema si avvaleva di un sistema di biciclette e ciclostazioni “semplice, ecologico ed economico” con l’obiettivo di consentire “una più ampia fruizione della città e delle aree pedonali, a vantaggio dell’ambiente e della viabilità, ideale sia per cittadini che per turisti”: Insomma “un vero e proprio sistema di trasporto pubblico per brevi spostamenti” per “integrare l’utilizzo dei tradizionali mezzi di trasporto”. Bike Sharing Napoli, dopo alcuni mesi di test riservato a 200 utenti a fine 2014, è stato inaugurato a gennaio 2015 per concludersi a settembre dello stesso anno. Poi lo stop “a causa delle complicazioni burocratiche legate al bando”, situazione che l’associazione Cleanap condivide con le altre 51 realtà under 30 del Mezzogiorno vincitrici del bando. A poco è servita la richiesta lanciata da Cleanap agli utenti di inviare al Miur messaggi sui social network con l’hashtag #savebikesharingnapoli, magari accompagnandoli con un selfie vicino a una ciclostazione vuota, così come le richieste avanzate da Cleanap e dal Comune di Napoli per la prosecuzione del progetto. “Nonostante l’obiettivo del bando fosse quello di fare in modo che le sperimentazioni realizzate venissero acquisite dalle pubbliche amministrazioni per diventare buone pratiche a vantaggio della collettività – conclude l’associazione Cleanap – le stazioni restano inutilizzate e il rischio che corriamo tutti è che il progetto non abbia futuro, facendo perdere così un’opportunità alla città di Napoli”.