Benevento, Mastella: Tormentato come Giobbe, ora rischio posto di sindaco

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“Tormentato come Giobbe, avrò la sua pazienza?”, è lo sfogo al Corriere della Sera di Clemente Mastella: “Ero ministro e mi sono dimesso. Ero segretario di un partito da un milione di voti e addio. Ero influente e mi hanno fatto passare per un Provenzano della politica. Sono sindaco di Benevento, ma se condannato dovrò lasciare”. Dice di aver pianto in tribunale: “Dieci anni fa avrei esercitato pressioni su Bassolino per una nomina all’Asl di Benevento”. E “raccontavo i fatti dal mio punto di vista: la chirurgia investigativa, la demolizione morale, le umiliazioni politiche, gli sberleffi sul web. Mi sono commosso quando ho detto che per tutto questo un mio familiare, non dirò chi, è stato colpito da una forma di male oscuro che si porterà dentro per tutta la vita”. “Ho collezionato 15 capi di imputazione, anche quello, poi caduto, per aver chiesto la nomina a primario di un medico che risultò già esserlo”, afferma: le altre accuse sono “tutte cadute tranne la storia con Bassolino. Avrei esercitato pressioni chiedendo ai miei consiglieri regionali di non presentarsi in aula. Ma quelli della Margherita non sono andati in giunta per quattro mesi e nulla è successo. Dialettica politica, la loro. La concussione è stata derubricata a induzione. È caduta perché Bassolino ha detto di non saperne nulla. Così, fuori lui, fuori Sandra, fuori i coimputati, fuori tutti, resto solo io, giudicato, chissà perché, a Napoli. Se condannato, tra due settimane sarò sospeso per la Severino”.