Trump: la Cina campione della manipolazione delle valute

70

 

Il punto. Le principali Borse europee si muovono tutte in territorio negativo, in questa prima parte della giornata di fine ottava. Il Ftse Mib di Milano segna -0.55%, il Dax30 di Francoforte -0.36%, il Cac40 di Parigi -0.55%, l’Ibex35 di Madrid -0.31 %, il Ftse100 di Londra -0.24%. 
Negativa ha chiuso anche la borsa di Tokyo con il Nikkei 225 a -0.45 e, nella giornata di ieri, il Nasdaq di New York a -0.37. Il Dow Jones ha guadagnato però lo 0,17% e l’S&P 500 lo 0,04%; e per l’indice delle blue chip si tratta della decima chiusura record di fila.
Due sostanzialmente, secondo gli analisti, i fattori che hanno contribuito questo stato di cose. Intanto, il “solito” Donald Trump che ha definito la Cina “campione” della manipolazione delle valute, non contribuendo certo a migliorare la fiducia sui rapporti commerciali tra le due maggiori economie mondiali. L’altro fattore ribassista, in particolare per l’Asia, è stato anche l’improvviso declino di materie prime come il rame, ma soprattutto il minerale di ferro, che ha toccato una perdita del 4,5% avviandosi a chiudere la settimana in negativo.

L’incertezza dei mercati peraltro è confermata dal guadagno superiore all’1% nell’ottava per il bene-rifugio oro. Lieve correzione invece per il petrolio, dopo il balzo dell’1,60% di giovedì sui massimi dal luglio 2015.

Sul fronte valutario, lo yen è in marginale declino dopo essersi apprezzato dello 0,60% giovedì (nell’ottava la performance è sostanzialmente invariata), ma non abbastanza da sostenere la piazza di Tokyo.

PIAZZA AFFARI

Borsa italiana in rosso, come detto. il Ftse Mib perde lo 0.55%. Lo spread dei Btp continua a muoversi intorno ai 200 punti base nei confronti del Bund.
Sul fronte azionario occhi puntati su Saipem, il cui titolo crolla dopo dati 2016, molto bene invece Leonardo e Salini.

L’esercizio 2016 di Saipem è stato archiviato con una pesante perdita: 2,087 miliardi di euro. Il  risultato è stato fortemente influenzato da svalutazioni e oneri da riorganizzazione (le azioni necessarie ad accompagnare l’uscita dal perimetro di consolidamento di Eni) per 2,313 miliardi.

Depurando i dati dalle poste straordinarie e non ricorrenti il risultato si trasforma in un utile da 226 milioni di euro (contro una perdita da 508 milioni di euro nel 2015): questo non è però sufficiente per permettere al cda di proporre un dividendo agli azionisti, quindi niente cedola 2016. Il 2016 si è chiuso molto negativamente per quanto riguarda i ricavi, scesi del 13,3% a/a a 9,976 miliardi, mentre l’EBITDA adjusted è più che raddoppiato 1,266 miliardi di euro da 608 milioni nel 2015.
Le prospettive 2017 appaiono però preoccupanti, nonostante la conferma della guidance “in un contesto di mercato che, tuttavia, permane sfidante”: il gruppo prevede ricavi intorno ai 10 miliardi di euro (quindi sostanzialmente stabili), mentre l’EBITDA adjusted è visto in calo a un miliardo circa. Non andrà molto meglio, secondo il management, a livello di utili, visti a oltre 200 milioni di euro. Il CFO Giulio Bozzini, commentando i risultati in conference call, ha affermato che non sono al momento previste cessioni di asset, alla luce della scarsa propensione delle compagnie petrolifere a tornare a investire nell’attività di esplorazione e produzione.

Il titolo precipita immediatamente sotto i supporti a 0,44/0,45 euro spingendosi a ridosso delle ex resistenze a 0,4150: sotto questo ultimo livello probabile un affondo verso i sostegni di area 0,35.
Acquisti su Leonardo (+3,1%). Lo scorso esercizio si è chiuso con ordini pari a circa 20 miliardi di euro (+60% a/a), ricavi pari a circa 12 miliardi di euro (-8% a/a), risultato netto ordinario a oltre 500 milioni di euro (dai 253 milioni del 2015), indebitamento netto pari a circa 2,8 miliardi di euro (-15% rispetto ai 3,278 al 31 dicembre 2015). Il piano prevede il raggiungimento dei seguenti obiettivi nel corso dei prossimi 5 anni: crescita media annua dei ricavi (CAGR) 2017-2021 compresa tra il 3% e il 5%, RoS all’11% già a metà dell’arco di piano, riguadagnare un credit rating “investment grade”.

Così, pure, ottima performance per Salini Impregilo (+6,4%) grazie ai dati preliminari 2016: i ricavi ammontano a €6,1 miliardi (+1,1% a/a), EBITDA e EBIT migliorano del 9,3% e del 5,6% rispetto al 2015, EBITDA Margin pari a 9,1% (8,5% nel 2015) e EBIT Margin pari a 4,9% (4,7% nel 2015). I nuovi ordini sono risultati pari a €7,3 miliardi raggiungendo un book to bill di 1,2x, migliore del target di fine anno pari a 1,1x. Inoltre, nuovi ordini per €1,7 miliardi acquisiti nei primi due mesi del 2017 e in corso di finalizzazione.

BORSE ASIATICHE

Il Nikkei 225 chiude con una perdita dello 0,45% (andamento simile per l’indice più ampio Topix, deprezzatosi dello 0,39%). Tendenza confermata dall’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, in declino dello 0,50% (l’indice ha eroso gran parte dei guadagni registrati in settimana, ma verosimilmente chiuderà comunque in positivo la quinta ottava consecutiva). 
In controtendenza invece le piazze della Cina continentale: Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 in chiusura riescono infatti a guadagnare lo 0,06% e lo 0,02% rispettivamente.
Fa decisamente meglio lo Shenzhen Composite, apprezzatosi dello 0,42% al termine della seduta. In vista della chiusura anche Hong Kong è allineata al clima generale: l’Hang Seng perde infatti poco meno dello 0,50%. 
Sulla piazza di Seoul, il Kospi perde lo 0,64% al termine delle contrattazioni.

A Sydney continua il declino dei titoli legati alle materie prime (Bhp Billiton e Rio Tinto perdono il 3-4%) e l’S&P ASX 200 si deprezza dello 0,79% in chiusura.

BORSA USA

La Borsa di New York ha chiuso la seduta contrastata. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,17% e l’S&P 500 lo 0,04%. Sotto la parità il Nasdaq Composite (-0,43%).

I DATI MACRO

USA: sussidi di disoccupazione in aumento
Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 17 febbraio si sono attestate a 244 mila unità, superiori alle attese (241 mila) e al dato rilevato la settimana precedente (238 mila). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,060 milioni, inferiore ai 2,077 milioni precedenti.

USA: aumento del 0.4% dei prezzi delle case

L’Indice Prezzi Abitazioni pubblicato dalla Federal Housing Finance Agency (FHFA) è cresciuto dello 0,4% nel mese di dicembre, a 242,6 punti, risultando in linea con le attese degli addetti ai lavori. Su base annuale l’indice è salito del 6,2%.

Francia: stabile a febbraio la fiducia dei consumatori, 100 punti

In Francia è stabile la fiducia dei consumatori nelle attività economiche. L’Insee ha comunicato che a febbraio l’indice si è attestato a 100 punti, in linea con le attese e alla rilevazione precedente.

IL CALENDARIO DI OGGI
Venerdì 24 Febbraio 2017

08:45 FRA Indice fiducia consumatori feb;

10:00 ITA Fatturato industriale dic;

10:00 ITA Ordini all’industria dic;

11:00 ITA Indice fiducia imprese feb;

11:00 ITA Indice fiducia consumatori feb;

16:00 USA Vendite abitazioni nuove gen;

16:00 USA Indice fiducia famiglie (Univ. Michigan) finale feb.