Per Wall Street la striscia di record più lunga dal 1992

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Il punto. Le principali Borse si muovono in territorio negativo. Il Ftse Mib di Milano segna -0.46%, il Dax30 di Francoforte -0.22%, il Cac40 di Parigi -0,37%, il Ftse100 di Londra -0.44% e l’Ibex35 di Madrid -0.34%.

Ma è al mercato oltreoceano che gli operatori guardano con maggiore interesse. Ieri la Borsa di New York ha chiuso un’altra seduta in rialzo e con nuovi record. massimi Così salgono a cinque le sedute consecutive di record, nella striscia più lunga di una serie di sei registrata a cavallo tra 1991 e 1992.,

Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,52%, l’S&P 500 lo 0,50% e il Nasdaq Composite lo 0,64%. Il fattore Trump sembra aver guadagnato all’economia degli States quella tonicità che aveva difficoltà ad emergere. Basta dare una scorsa ai più recenti indicatori. Nel mese di gennaio l’indice grezzo dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,6% rispetto a dicembre. Su base annuale l’indice ha registrato un incremento del 2,5%. 
L’indice Core (esclusi energetici ed alimentari) ha mostrato una variazione positiva pari allo 0,3% rispetto al mese precedente (consensus +0,2%). Su base annuale l’indice è salito del 2,3% dal 2,2% precedente.
L’indice Empire State Manufactoring (che misura l’andamento dell’attività manifatturiera di New York) si attesta nel mese di febbraio a +18,70 punti dai +6,50 punti di gennaio risultando superiore alle attese degli analisti fissate su un indice pari a +7 punti. Un valore al di sopra dello zero indica che l’economia del settore manifatturiero dello stato di New York è in fase di espansione. Certo permangono note grigie. I redditi reali sono diminuiti dello 0,4% a gennaio, a fronte di un incremento dello 0,3% rilevato a dicembre. Nel mese di gennaio la Produzione Industriale ha evidenziato un decremento dello 0,3% rispetto al mese precedente. Il dato è risultato peggiore delle attese, fissate su un incremento dello 0,2%, e in controtendenza rispetto alla variazione positiva dello 0,6% della rilevazione precedente. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva si è attestato al 75,3%, inferiore alla rilevazione precedente (75,6%). Le attese erano fissate su un valore del 75,5%.
E così pure l’indice del Mercato Immobiliare NAHB che si è attestato nel mese di febbraio a 65 punti. Il dato risulta inferiore alle attese degli analisti pari a 67 punti e alla rilevazione precedente (67 punti). Le scorte delle imprese sono cresciute dello 0,4% nel mese di dicembre, dopo la crescita dello 0,8% a novembre (rivista da lettura precedente a 0,7%). Il dato in linea con le attese degli analisti (+0,4%).

Complessivamente però prevale l’ottimismo. Lo si può capire dalle parole di due autorevoli rappresentanti della Fed, William Dudley, president e chief executive officer della sededi New York , e Patrick Harker, presidente della sede di Philadelphia, che ieri in momenti diversi hanno confermato le tre tappe di aumento dei tassi d’interesse della valuta Usa nel corso di quest’anno

BORSE ASIATICHE
Mercati altalenanti nel corso della seduta asiatica, con i riflettori puntati però soprattutto sull’andamento del dollaro. Il Bloomberg Dollar Index, paniere che monitora la valuta Usa nei confronti delle altre dieci principali monete, è in moderato declino dopo avere interrotto mercoledì la sua striscia di quattro sedute consecutive d’apprezzamento. Lo yen guadagna circa lo 0,30% sul dollaro dopo avere toccato un calo di quasi l’1% nella precedente seduta. 
A Tokyo il Nikkei 225 perde lo 0,47% (più limitata la flessione dell’indice più ampio Topix, deprezzatosi comunque dello 0,17%). 
Chiude in negativo anche Seoul, con il Kospi che lascia sul terreno lo 0,10% al termine degli scambi.
Ad ogni modo, l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, continua a muoversi sui massimi dal luglio 2015. 
Recuperano terreno le piazze cinesi. In chiusura Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 hanno infatti registrato guadagni dello 0,52% e dello 0,56% rispettivamente. Performance simile per lo Shenzhen Composite, apprezzatosi dello 0,57% al termine delle contrattazioni. E in positivo è anche Hong Kong: l’Hang Seng in vista della chiusura è in progresso di circa lo 0,40% (più moderato il guadagno dell’Hang Seng China Enterprises Index, in crescita intorno allo 0,20%). A Sydney i titoli legati alle materie prime sono in progresso (con l’eccezione di qualche scossone per i petroliferi), ma l’S&P ASX 200 limita allo 0,11% il suo guadagno in chiusura.

BORSA USA
La Borsa di New York ha chiuso un’altra seduta in rialzo e con nuovi record. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,52%, l’S&P 500 lo 0,50% e il Nasdaq Composite lo 0,64%.

VALUTE E MATERIE PRIME

In lieve rialzo l’euro sul dollaro. La moneta unica viene scambiata poco sopra 1,06 dollari. Poco mosso anche l’oro: il metallo con consegna immediata viene scambiato a 1238 dollari l’oncia.

Il Bloomberg Dollar Index è in moderato declino dopo avere interrotto mercoledì la sua striscia di quattro sedute consecutive d’apprezzamento.

Lo yen guadagna circa lo 0,30% sul dollaro dopo avere toccato un calo di quasi l’1% nella precedente seduta.
Sale il petrolio, con il contratto consegna marzo sul Wti in lieve aumento a 53,18 dollari mentre quello sul Brent scadenza marzo cede lo 0,16% a 55,84 dollari.

I DATI MACRO

Francia: disoccupazione in lieve calo

In Francia il tasso di disoccupazione relativo al quarto trimestre 2016 si è attestato al 10,0%, in lieve calo rispetto alla rilevazione precedente pari al 10,1% (rivisto da 10,0%) ma superiore alle attese fissate su un tasso del 9,7%. 

Cina: in gennaio investimenti diretti esteri -9,2% annuo
Secondo quanto riportato dai media ufficiali di Pechino, citando dati del ministero del Commercio, gli investimenti diretti esteri in Cina sono crollati del 9,2% annuo in gennaio a 80,1 miliardi di yuan (quasi 11 miliardi di euro), contro il progresso del 5,7% registrato in dicembre, quando si erano invece attestati a 81,42 miliardi (11,1 miliardi di euro). Nell’intero 2016 gli investimenti erano cresciuti del 4,1% a 813,22 miliardi di yuan (111,63 miliardi di euro).
Australia: tasso di disoccupazione cala al 5,7% in gennaio
Secondo quanto comuni cato dal Bureau of Statistics di Canberra, il tasso di disoccupazione in Australia è calato in gennaio al 5,7% rettificato stagionalmente contro il 5,8% atteso dagli economisti per una lettura invariata rispetto a dicembre (5,7% in novembre).
Dudley (Fed di New York) prevede nuovi rialzi dei tassi
“Ci aspettiamo di rimuovere ulteriormente e con gradualità le politiche monetarie accomodanti e alzare i tassi d’interesse nei prossimi mesi” se il passo della crescita dell’economia Usa sarà appena sopra il 2% e se l’inflazione continuerà ad aumentare. Così si è espresso mercoledì William Dudley, president e chief executive officer della Federal Reserve Bank of New York. Secondo Dudley, gli scarsi dettagli su quali politiche effettivamente il presidente Donald Trump e il Congresso perseguiranno rendono “davvero difficile metterle a fattore nelle nostre previsioni”, ha sottolineato. Anche se, ha aggiunto, “alla fine probabilmente avremo un qualche stimolo fiscale che dovrebbe spingere ulteriormente l’economia al rialzo”.
Usa: per Harker (Fomc) giusti tre rialzi dei tassi nel 2017
Patrick Harker, president della Federal Reserve (Fed) di Philadelphia, ha dichiarato mercoledì di ritenere appropriato il percorso che prevede di aumentare tre volte i tassi d’interesse nel corso del 2017. “L’economia nel suo complesso è in buona forma”, ha sottolineato parlando a una conferenza di La Salle University, a Philadelphia. Harker quest’anno è membro votante del Federal Open Market Committee (Fomc, la commissione della Fed che si occupa di politiche monetarie).

IL CALENDARIO DI OGGI
Giovedì 16 Febbraio 201707:30 FRA Tasso di disoccupazione trim4;
10:00 ITA Bilancia commerciale (totale) dic;
10:00 ITA Bilancia commerciale (EU) dic;
13:30 EUR Verbali BCE;
14:30 USA Richieste settimanali s ussidi disoccupazione;
14:30 USA Indice Philadelphia Fed (settore manifatturiero) feb;
14:30 USA Nuovi cantieri residenziali gen;
14:30 USA Licenze edilizie gen.