Fallimenti, Osservatorio Cerved: diminuiscono le chiusure in Italia, male solo le isole

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“Si è chiuso un anno sostanzialmente positivo, che prosegue e rafforza i miglioramenti già osservati nel 2015, con una riduzione più marcata di fallimenti e procedure concorsuali, che si diffonde a quasi tutte le regioni della Penisola. Non mancano però i segnali di attenzione: siamo ancora lontani dai valori fisiologici pre-crisi e l’aumento delle liquidazioni volontarie riflette infatti aspettative meno ottimistiche da parte degli imprenditori”: lo dice Marco Nespolo, amministratore delegato di Cerved illustrando i dati dell’Osservatorio su fallimenti, procedure e chiusure di imprese aggiornati a febbraio 2017
La riduzione dei fallimenti del 2016, si apprende dal rapporto, ha riguardato in maniera omogenea tutte le forme giuridiche di impresa, con le società di capitale (-8,5%) che registrano un calo leggermente più marcato delle società di persone (-8,2%).
Se è vero che nell’ultimo anno 13,5 mila imprese italiane, l’8,5% in meno rispetto al 2015, hanno dichiarato il fallimento è altrettanto vero che nel Mezzogiorno, soprattutto nelle isole, questo torni ad aumentare. In Sicilia e soprattutto in Sardegna gli aumenti sono stati rispettivamente del +3% e +26%, invertendo il trend positivo del 2015. Ben diversa la situazione continentale del Sud che registra una riduzione del 6,4%.
I cali maggiori, invece, si registrano nelle regioni settentrionali del Paese: nel Nord-Est, in cui i fallimenti erano aumentati anche nel 2015, le procedure fanno registrare una riduzione del 13%; nel Nord-Ovest, per il secondo anno consecutivo, i fallimenti scendono sotto quota 4 mila (-10%), con riduzioni più pronunciate in Piemonte (-15%) e in Liguria (-12%) rispetto alla Lombardia (-8,3%).
Migliore la situazione delle liquidazioni del Mezzogiorno che vede una riduzione del 4%, mentre aumenta al Nord con tassi di crescita compresi tra il 7% e l’11%. In calo al Sud e nelle isole anche la percentuale delle procedure non fallimentari (-26%), dati che però sono inferiori a quelli del Centro-Nord che registrano tassi di riduzione tra il 35% e il 38%.
Tornando alle liquidazioni, nel 2016 in Italia segnano un aumento del 9,2% rispetto al 2015, superando quota 85 mila. Una parte di questo aumento è attribuibile all’introduzione di norme che hanno reso vantaggioso liquidare soprattutto società immobiliari (+67%, da 6,6 a 11,1 mila). Se si escludono dal conteggio queste società, l’aumento delle liquidazioni del 2016 è più contenuto (+3,8%), ma segna comunque un’inversione di tendenza negativa rispetto ai cali registrati negli anni precedenti. Dal punto di vista settoriale si registra un consistente aumento delle liquidazioni del 6,6% nelle costruzioni e del 5,5% nei servizi, rispetto a quanto osservato nell’industria (+2,8%).
Per quanto riguarda invece le procedure concorsuali diverse dai fallimenti il loro calo prosegue per il terzo anno consecutivo. Nell’ultimo anno sono state registrate il 35,1% di procedure concorsuali in meno rispetto al 2015.
La riduzione è stata fortemente influenzata dal trend del concordato preventivo: il ricorso a questo strumento è rapidamente aumentato tra 2011 e 2013 per effetto della crisi e di alcuni provvedimenti legislativi, tra cui l’introduzione del concordato in bianco, che lo avevano reso vantaggioso per le imprese. Dopo l’introduzione di alcuni correttivi normativi, le domande di concordato preventivo si sono drasticamente ridotte: nel 2016 se ne contano 817, il 42% in meno rispetto al 2015 e un quarto rispetto al picco del 2013 (2,2 mila). Tutti i settori dell’economia sono stati sono stati coinvolti dalla riduzione delle procedure non fallimentari, registrando cali nell’industria e nelle costruzioni pari al 37% e del 32% nei servizi.

 

Osservatorio_su_fallimenti_procedure_e_chiusure_di_impresa_-_4q2016.pdf