Wall Street euforica, Trump annuncia iniziative “fenomenali” in tema fiscale

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Il punto. Le principali Borse europee muovono in territorio positivo, nell’ultima seduta dell’ottava, tranne Milano il cui indice di riferimento, il Ftse Mib, segna infatti -0.21%. Il Dax30 di Francoforte invece guadagna 0.47%, il Cac40 di Parigi lo 0,29%, il Ftse100 di Londra lo 0,38% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,14%.
Ieri a Wall Street i tre indici hanno raggiunto i livelli più alti di sempre grazie alle dichiarazioni di Donald Trump. Il capo della Casa Bianca ha promesso che annuncerà a breve “fenomenali” iniziative in tema fiscale. E sempre in Usa si torna a parlare di rialzo dei tassi con maggiori elementi. Charles Evans, presidente della Federal Reserve di Chicago, ieri ha infatti ribadito di considerare ragionevoli per il 2017 tre rialzi dei tassi d’interesse in Usa, visto che la direzione delle politiche economiche sembra positiva. “C’è incertezza ma in termini di stimolo economico la direzione è di crescita”, ha sottolineato alla stampa Evans. Il passo sarebbe più rapido di quanto lo stesso Evans prevedesse in precedenza ma sostanzialmente in linea con la maggior parte dei suoi colleghi del Federal Open Market Committee (Fomc, la commissione della Fed che si occupa di politiche monetarie), di cui quest’anno sarà membro votante

Piazza Affari

 

Borsa italiana negativa, peggiore in Europa: il Ftse Mib -0,47%. 
Bancari sotto pressione dopo conti 2016. Ll’indice Ftse Italia Banche segna -0,2%  e -0,2% anche per l’EURO STOXX Banks.
In risalita lo spread: il differenziale del btp decennale con il bund tedesco è di nuovo a quota 193 punti, con il rendimento al 2,25%. 
A Piazza Affari anche oggi i fari sono puntati sulle molte società che oggi alzeranno il velo sui conti 2016. Utili in calo per Unipol, scesi lo scorso anno a 535 milioni dai 576 del 2015. 
Bilancio in rosso per Ubi Banca, che ha archiviato il 2016 con una perdita di 830 milioni di euro.  
Pesante flessione per Credito Valtellinese (-6%) che ha archiviato il 2016 con una perdita netta di 333 milioni di euro, risultato condizionato da diversi fattori di discontinuità (implementazione Action Plan 2017-2018, piano dismissioni NPLs, contribuzione ai Fondi di risoluzione, svalutazione Fondo Atlante). Il risultato netto della gestione operativa è calato a 117 milioni di euro dai 304 milioni del 2015.

UniCredit (+1,1%) si muove in controtendenza e guadagna ulteriore terreno dopo il 1,37% di ieri in scia ai dati 2016, esercizio chiuso con la già annunciata perdita netta di 11,8 miliardi di euro (13,6 nel solo trim4). Confermati tutti gli obiettivi del piano Transform 2019.

Borse asiatiche

Prosegue la tendenza positiva sui mercati asiatici. Tra i fattori rialzisti gli analisti citano le promesse di riforme fiscali da parte del presidente Usa Donald Trump, che già avevano sostenuto – nel pomeriggio di ieri – i corsi a Wall Street, e i dati sulla bilancia commerciale della Cina, che vedono in gennaio il ritorno alla crescita per l’export, in progresso del 7,9% annuo dopo il declino del 6,2% di dicembre e contro il 3,0% d’incremento atteso dagli economisti.
A spingere la tendenza positiva è però soprattutto Tokyo, grazie al significativo indebolimento dello yen: la valuta nipponica perde infatti quasi mezzo punto percentuale sul dollaro dopo essersi deprezzata dell’1,2% giovedì. Il risultato è stato un rally del 2,49% per il Nikkei 225 (appena peggio l’indice più ampio Topix, apprezzatosi comunque di un netto 2,18%). 
Giornata positiva anche per Seoul, con il Kospi che guadagna lo 0,45%

Il trend è confermato dal guadagno di circa lo 0,50% per l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, che continua a muoversi sui massimi dal luglio 2015 e si avvia verso un progresso dell’1,50% nell’intera ottava. 
A Sydney la seduta è complessivamente positiva per i titoli legati alle materie prime ma anche per i finanziari e l’S&P ASX 200 guadagna lo 0,99% in chiusura. Più contrastata la giornata delle piazze cinesi, ma alla fine Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano lo 0,42% e dello 0,51% rispettivamente. In controtendenza invece lo Shenzhen Composite, deprezzatosi dello 0,22% al termine delle contrattazioni.

Valute e materie prime

Il cambio euro/dollaro ha risentito dell’annuncio di Donald Trump. La moneta europea ieri si è indebolita sul biglietto verde, al momento viaggio intorno 1,0649.

Lo yen nel corso della seduta asiatica ha perso quasi mezzo punto percentuale sul dollaro dopo essersi deprezzata dell’1,2% nel corso delle sedute occidentali il giorno prima.

Sul fronte delle materie prime, il petrolio è in modesto incremento dopo l’apprezzamento superiore all’1% di giovedì, in scia alla conferma dell’outlook da parte di Goldman Sachs, convinta che la crescita delle scorte Usa non metta in discussione le aspettative per un deficit dell’offerta di greggio entro il primo semestre dell’anno a causa dei tagli alla produzione guidati dall’Opec.

Borsa Usa

La Borsa di New York ha chiuso la seduta in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,59%, l’S&P 500 lo 0,58% e il Nasdaq Composite lo 0,58%.

I dati macro

Usa: diminuiscono i sussidi di disoccupazione e aumentano le scorte all’ingrosso

Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 3 febbraio si sono attestate a 234 mila unità, inferiori sia alle attese (250 mila) che al dato rilevato la settimana precedente (246 mila). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,078 milioni, superiore ai 2,063 milioni precedenti.

A dicembre le scorte all’ingrosso hanno fatto segnare una crescita pari all’1%, in linea con le attese e con la lettura preliminare. Nel mese di novembre le scorte erano cresciute dello 0,9% su base mensile.

Francia: diminuisce a dicembre la produzione industriale

In Francia l’Insee ha reso noto che la produzione industriale nel mese di dicembre è diminuita dello 0,9% rispetto al mese precedente (consensus -0,7%), dopo l’incremento del 2,4% rilevato a novembre.

Cina: surplus bilancia commerciale cresce oltre le attese

Secondo i dati diffusi dalla General Administration of Customs (l’autorità delle dogane cinesi), in gennaio il surplus della bilancia commerciale è cresciuto a 51,35 miliardi di dollari dai 40,71 miliardi di dicembre (44,01 miliardi in novembre) e contro l’incremento a 47,90 miliardi del consensus di Reuters. Nell’intero 2016 il surplus si era attestato a 510 miliardi di dollari, contro i 594,5 miliardi del 2015.

Giappone: indice del terziario torna a calare in dicembre

Secondo quanto comunicato dal ministero nipponico di Economia, Commercio e Industria, in Giappone l’indice di attività del settore terziario, rettificato su base stagionale, ha registrato un declino dello 0,4% mensile in dicembre dopo il progresso dello 0,3% di novembre (rivisto dallo 0,2% inizialmente comunicato) e lo 0,2% di flessione del consensus. Su base annuale il dato segna invece un incremento dello 0,6% dopo l’1,5% di novembre (rivisto dall’1,3%).

Giappone: prezzi alla produzione oltre le attese in gennaio

Secondo quanto comunicato dalla Bank of Japan (BoJ), nel mese di gennaio i prezzi alla produzione sono cresciuti dello 0,6% su base sequenziale in lieve rallentamento rispetto allo 0,7% di dicembre (0,4% in novembre), rivisto dallo 0,6% originariamente comunicato, ma contro lo 0,2% atteso dagli economisti. Su base annuale, i prezzi alla produzione sono invece cresciuti dello 0,5% dopo il declino dell’1,2% di dicembre (e quello del 2,2% in novembre) e contro la lettura invariata del consensus.

Cina: in gennaio l’export torna a crescere (+7,9% annuo)

Secondo i dati diffusi dalla General Administration of Customs (l’autorità delle dogane di Pechino), in gennaio l’export dalla Cina è cresciuto del 7,9% annuo dopo il declino del 6,2% (rivisto dal 6,1% originariamente comunicato) di dicembre e contro il 3,0% d’incremento atteso dagli economisti. Lo scorso mese le importazioni sono invece balzate del 16,7% in decisa accelerazione rispetto all’incremento del 3,1% di dicembre (in novembre il progresso era stato del 6,7%) e anche in questo caso meglio rispetto al 10,0% del consensus. Nell’intero 2016 le esportazioni erano calate del 7,7% mentre era stata del 5,5% la flessione dell’import.

Il calendario di oggi
Venerdì 10 Febbraio 2017

00:50 GIA Indice prezzi alla produzione gen;

05:30 GIA Indice attività settore terziario dic;

08:45 FRA Occupati non agricoli prelim. trim4;

08:45 FRA Produzione industriale dic;

10:00 ITA Produzione industriale dic;

10:30 GB Produzione industriale/manifatturiera dic;

10:30 GB Bilancia commerciale dic;

11:00 EUR Intervento Weidmann (BCE e Bundesbank).

14:30 USA Indice prezzi importazioni gen;

16:00 USA Indice fiducia consumatori (Univ. Michigan) preliminare feb.