Sui mercati pesano le decisioni di Trump

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Il punto. A tenere banco è ancora la controversa stretta sull’immigrazione decisa dal nuovo presidente Usa Donald Trump che, per altro, continua a riflettersi in un indebolimento del dollaro. Infatti, il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci principali valute, è ancora in moderato declino, e si muove sui minimi degli ultimi due mesi (da inizio anno ha perso oltre il 2%).

Sulle piazze asiatiche, infatti, condizionata anche dall’assenza delle piazze cinesi, il Nikkei 225 chiude in flessione dell’1,69%. In scia peraltro a Wall Street dove, ieri, S&P 500 ha segnato -0,60%, Nasdaq Composite -0,83%, Dow Jones Industrial -0,61%.Iin ribasso dello 0,2% circa anche i Future sugli indici azionari americani.

In controtendenza, invece, appaiono le principali Borse europee che hanno aperto l’ultima seduta del mese in leggero rialzo. Al momento della scrittura a Milano il Ftse Mib segna +0,85%, il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,27%, il Cac40 di Parigi lo 0,30%, il Ftse100 di Londra lo 0,23% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,44%. 
A Piazza Affari, in particolare, con lo spread Btp-Bund, che ha vissuto una fiammata nei giorni scorsi, che in avvio di giornata cala sotto 185 punti, l’inizio di seduta è molto movimentato per UniCredit (+1,8%). Il titolo è rimbalzato infatti bruscamente e passa ora in territorio positivo, dopo aver ceduto in inizio di seduta oltre il 3% (in aggiunta al -10% circa complessivo delle due sedute precedenti).

Da segnalare che ieri pomeriggio, a mercato chiuso, il cda ha comunicato di prevedere ulteriori svalutazioni una tantum pari a circa un miliardo di euro a gravare sull’esercizio 2016 (12,2 miliardi già comunicati il 13 dicembre): di conseguenza, nella stima dei risultati netti 2016 si prevede di registrare una perdita di circa 11,8 miliardi.
Secondo indiscrezioni del Sole 24 Ore il cda tornerà a riunirsi mercoledì, questa volta per decidere i dettagli dell’aumento di capitale da 13 miliardi di euro: le maggiori preoccupazioni riguardano la forchetta di prezzo cui verranno offerte le nuove azioni. Secondo il quotidiano finanziario l’aumento potrebbe partire lunedì 6 febbraio e concludersi il 24 dello stesso mese.

Ottima performance per Tod’s (+3,3% a 67,90 euro) grazie al report di Credit Suisse: gli analisti della banca elvetica hanno capovolto il loro giudizio sul titolo portandolo da underperform a outperform, con target incrementato a 72 euro.
Buon avvio di seduta per FCA (+2,2%) che beneficia delle revisioni al rialzo dei target price da parte di due colossi dell’investment banking come Goldman Sachs e Morgan Stanley.

Bene Telecom Italia (+2,2% a 0,7980 euro) grazie a Morgan Stanley che incrementa il target price da 1,10 a 1,15 euro, con raccomandazione overweight confermata.

Borse asiatiche

Sui mercati asiatici, come detto, prosegue la tendenza ribassista. Oltre che dalle reazioni alle politiche del presidente Usa Donald Trump, la seduta è ancora condizionata dall’assenza delle piazze cinesi, chiuse per la lunga celebrazione del Capodanno lunare, caduto quest’anno il 28 gennaio (Hong Kong tornerà a scambiare mercoledì, Shanghai e Shenzhen solo venerdì 3 febbraio). 
L’Indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, perde circa lo 0,40% ma si avvia comunque verso un guadagno di quasi il 6% nell’intero mese di gennaio.

Il dollaro debole si riflette in un ulteriore apprezzamento dello yen (in progresso di oltre il 3% sulla valuta Usa nel 2017) e, di conseguenza, in una performance negativa per Tokyo. Il Nikkei 225 chiude in flessione dell’1,69% (appena meglio fa l’indice più ampio Topix, deprezzatosi comunque dell’1,43%), appesantito dai titoli dei grandi esportatori, anche se la peggiore performance dell’indice per Nec Corporation (un crollo del 17,41%) è legata a risultati per i primi nove mesi dell’esercizio del gruppo nipponico, segnati dallo scivolamento in rosso e dal declino dell’8,2% dei ricavi.

Riapre dopo due sedute di festa Seoul e il Kospi segna un declino dello 0,77% al termine delle contrattazioni. Performance simile anche per Sydney, con l’S&P ASX 200 deprezzatosi dello 0,72% in chiusura.

Borsa Usa

La Borsa di New York ha chiuso la prima seduta della settimana in ribasso. Il Dow Jones ha perso lo 0,61%, l’S&P 500 lo 0,6% e il Nasdaq Composite lo 0,83%. A pesare sono state le decisioni di Donald Trump in materia di immigrazione.

Valute & materie prime

Il dollaro debole si riflette in un ulteriore apprezzamento dello yen (in progresso di oltre il 3% sulla valuta Usa nel 2017).

I dati macro

In Francia l’Insee ha reso noto che il dato preliminare del Pil relativo al quarto trimestre è cresciuto dello 0,4% su base trimestrale, dopo l’incremento dello 0,2% vista nel trimestre precedente. Il dato è in linea alle stime. Nel mese di gennaio l’indice dei prezzi al consumo è diminuito su base mensile dello 0,2% dopo l”incremento dello 0,3% della rilevazione di dicembre ma è aumentato dell’1,4% su base annuale. L’indice armonizzato è cresciuto dell’1,6% su base annua, accelerando dallo 0,8% del mese precedente. 

In Germania, secondo i risultati preliminari dell’Ufficio federale di statistica (Destatis), nel mese di le Vendite al Dettaglio hanno fatto segnare un decremento dell’1,1% su base annuale e in termini reali, contro il +0,3% del consensus. Tuttavia è stato rivisto al rialzo il dato di novembre da +3,2% a +3,5% m/m. Su base mensile l’indice ha fatto segnare una flessione pari allo 0,9% dal -1,7% precedente. Gli analisti avevano previsto un incremento pari al +0,6%. 

In Spagna l’istituto di statistica INE ha annunciato che la stima preliminare dell’inflazione (indice dei prezzi al consumo armonizzato HICP) ha mostrato nel mese di gennaio una crescita del 3% su base annua superiore alla rilevazione di novembre pari al +1,4%. La rilevazione odierna è superiore alle attese (+2,4%). Scende dello 0,5% su base mensile l’indice dei prezzi al consumo nazionale.

In Gran Bretagna ulteriore miglioramento in gennaio per la fiducia dei consumatori in Gran Bretagna, dopo il significativo declino registrato in novembre. Secondo il sondaggio realizzato da GfK (la società di ricerca con base a Norimberga) l’indice si è infatti attestato nel mese in chiusura a -5 da -7 di dicembre e -8 di novembre (-3 in ottobre e -1 in settembre). Il dato di confronta con il -8 del consensus ma segna comunque l’undicesimo mese consecutivo in negativo.

In Giappone la disoccupazione è stabile al 3,1% in dicembre. Secondo quanto comunicato dal ministero di Affari interni e Comunicazione nipponico, infatti, è rimasto stabile al 3,1% di novembre, dopo essere cresciuto dal 3,0% registrato in settembre e ottobre, in linea con le attese degli economisti. Il job-to-applicant ratio (rapporto tra posizioni disponibili e richieste di lavoro) è invece salito a 1,43 punti da 1,41 punti di novembre (1,40 in ottobre), contro gli 1,42 punti del consensus.

Sempre in Giappone cala, tuttavia, la fiducia delle piccole e medie imprese. Secondo il sondaggio pubblicato dalla Shoko Chukin Bank nel mese in chiusura è calata a 48,3 punti dai 48,8 punti di dicembre (48,3 punti era stata la lettura anche per ottobre e novembre). E le previsioni sono di un’ulteriore flessione a 48,2 punti in febbraio. La rilevazione della Shoko Chukin Bank resta sotto alla soglia dei 50 punti, che separa ottimismo da pessimismo, dal marzo del 2014, giusto prima dell’entrata in vigore dell’aumento dell’imposta sui consumi che ha frenato significativamente le spese dei giapponesi. In dicembre, però, gli ordinativi di costruzioni hanno registrato +7,1% annuo. In crescita anche i nuovi cantieri edili residenziali che hanno segnato in dicembre un progresso su base annua del 3,9% in ulteriore rallentamento rispetto al 6,7% di novembre (e al 13,1% di ottobre). Il dato si confronta oltre tutto con l’incremento dell’8,3% atteso dagli economisti.

Il calendario di oggi
Martedì 31 Gennaio 2017

 

CINA Mercati chiusi per festività;

GIA Riunione BoJ;

11:00 EUR PIL trim4 (1a stima);

11:00 EUR Inflazione flash gen;

11:00 EUR Tasso di disoccupazione dic;

11:00 ITA Indice prezzi alla produzione dic;

14:30 USA Indice costo del lavoro trim4;

15:00 USA Indice S&p-Case/Shiller (prezzi abitazioni) nov;

15:45 USA Indice PMI Chicago gen;

16:00 USA Indice fiducia consumatori (Conference Board) gen.