A Piazza Affari ulteriore flessione dei bancari

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Il punto. L’inizio della celebrazione del Capodanno lunare, che quest’anno cade il 28 gennaio, fa chiudere i mercati asiatici in tono decisamente minore. Non scambiano le piazze di Seoul (che resterà chiusa anche lunedì) e quelle di Shanghai e Shenzhen, che riapriranno solo il prossimo venerdì 3 febbraio. Il mercato azionario giapponese chiude comunque in verde, con il Nikkei 225 che segna  +0,34%. Poco mosse, invece, le borse cinesi: come detto, Shanghai e Shenzhen sono chiuse per festività e l’Hang Seng di Hong Kong termina a -0,06%.

A New York ieri Wall Street ha chiuso la seduta intorno alla parità. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,16% mentre l’S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno lasciato sul terreno rispettivamente lo 0,07% e lo 0,02%.
Le principali Borse europee hanno aperto l’ultima seduta della settimana poco mosse, virando tuttavia al negativo a metà mattinata. Il Fts Mib di Milano segna infatti – 0.93%, il Dax30 di Francoforte cede lo 0,31%, il Cac40 di Parigi lo 0.71%, l’Ibex di Madrid – 0.91% e il Ftse100 di Londra – 0.06%.

A Milano i titoli bancari indicano una ulteriore flessione dopo la discesa di ieri. L’indice Ftse Italia Banche segna -0,8%. Sotto pressione UniCredit (-2,8%), seguita da UBI Banca (-1,4%) e Mediobanca (-0,8%).

Stamattina il Tesoro ha collocato tutti i 6,5 miliardi di euro di Bot semestrali registrando un lieve rialzo dei tassi dal minimo storico dell’asta di fine dicembre: il rendimento medio è salito a -0,286%, dal precedente -0,317%. La domanda ha raggiunto i 10,11 miliardi di euro con un rapporto di copertura in crescita a 1,56 da 1,49 precedente. Il collocamento era particolarmente atteso sui mercati, dopo il recente rialzo dello spread tra Btp e Bund tedeschi che gli operatori hanno direttamente collegato alla decisione della Consulta sulla legge elettorale e alla conseguente corsa al voto lanciata dai vari schieramenti politici. Il rendimento dei Btp decennali resta intanto sui livelli massimi dal 2015, oltre il 2,2%, con il differenziale rispetto agli omologhi tedeschi a 175 punti base.

Borse asiatiche
In Asia, l’Indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, chiude poco mosso ma segna un guadagno di quasi il 2% nell’ottava.

Tokyo, dopo due sedute in rally, continua a guadagnare. Il Nikkei 225 segna un progresso dello 0,34% (appena più limitato il guadagno dell’indice più ampio Topix, apprezzatosi comunque dello 0,27%): per l’indice giapponese sarà alla fine di quasi il 2% l’incremento registrato nell’ottava.
Sydney, che era rimasta chiusa giovedì per l’Australia Day (la festa nazionale del Paese oceanico), vive una giornata contrastata per i minerari (Bhp Billiton perde oltre l’1% dopo il rally delle precedenti sedute) ma positiva per i finanziari e l’S&P ASX 200 segna un progresso dello 0,75% in chiusura. 
Hong Kong inizia la celebrazione del Capodanno lunare chiudendo gli scambi alle 12 locali (riaprirà mercoledì 1° febbraio) intorno alla parità: l’Hang Seng perde infatti lo 0,06%.

Borsa Usa
La Borsa di New York ha chiuso la seduta poco mossa. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,16% mentre l’S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno lasciato sul terreno rispettivamente lo 0,07% e lo 0,02%.

Valute e commodities
Il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci principali valute, guadagna circa lo 0,20% dopo l’apprezzamento dello 0,60% segnato giovedì ma chiude comunque l’ottava in negativo (quinta settimana consecutiva di declino nella striscia più lunga dal maggio 2015). 
Lo yen perde circa lo 0,40% sul dollaro e anche per la valuta nipponica l’ottava sarà in perdita.

Tra le materie prime, il petrolio è in marginale apprezzamento mentre l’oro perde lo 0,40% dopo il declino dell’1,00% di giovedì, nella quarta seduta consecutiva in flessione (striscia negativa più lunga dallo scorso ottobre).

I dati macro

USA. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 20 gennaio si sono attestate a 259 mila unità, superiori sia alle attese (247 mila) che al dato rilevato la settimana precedente (237 mila). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,100 milioni, superiore ai 2,059 milioni precedenti.

L’Indice Chicago Fed National Activity nel mese di dicembre si è attestato a 0,14 punti, da -0,33 punti registrati nel mese di novembre (rivisti da -0,27 punti).

A dicembre le scorte all’ingrosso (dato preliminare) hanno fatto segnare una crescita pari all’1%, superiore alle attese fissate su un incremento dello 0,9%. Anche nel mese di novembre le scorte erano cresciute dell’1% su base mensile.

Nel mese di dicembre la bilancia commerciale ha segnato un deficit pari a 65 miliardi di dollari, in crescita rispetto al disavanzo di 61,9 mld del mese precedente risultando però lievemente inferiore ai 65,30 della lettura preliminare. Gli economisti avevano previsto un deficit pari a 64,5 miliardi attesi dagli economisti.

Le vendite di nuove abitazioni sono diminuite in dicembre del 10,4% rispetto al mese precedente, attestandosi a 536 mila unità (consensus 588 mila), in calo rispetto alle 598 mila unità della rilevazione precedente.

Markit Economics ha comunicato la stima flash di gennaio dell’indice PMI dei Servizi: la lettura si e’ attestata a 55,1 punti in crescita dai 53,9 punti del mese precedente, risultando superiore al livello di non cambiamento di 50 punti per l’undicesimo mese consecutivo.
Giappone. Secondo i dati diffusi dal ministero nipponico di Affari Interni e Comunicazione, l’inflazione del Sol Levante è cresciuta su base annuale dello 0,3% in novembre, in rallentamento rispetto allo 0,5% di novembre (0,1% in ottobre) ma sopra allo 0,2% del consensus. Il dato core (al netto degli alimenti freschi e benchmark su cui la Bank of Japan ha il target del 2%) ha invece registrato un declino dello 0,2% annuo in miglioramento rispetto a quello dello 0,4% registrato sia in ottobre che in novembre (e la flessione dello 0,5% dei quattro mesi precedenti) e contro lo 0,3% di calo del consensus. I prezzi al consumo nella regione di Tokyo, considerata un indicatore fedele per i trend su scala nazionale (la lettura è diffusa un mese prima rispetto a quella complessiva del Giappone), sono invece cresciuti dello 0,1% in gennaio dopo la lettura invariata di dicembre (e il progresso dello 0,5% in novembre) attesa anche per questo mese dagli economisti. Il dato sull’inflazione core di Tokyo è invece per un declino dello 0,3% annuo, in miglioramento rispetto al calo dello 0,6% di dicembre e contro il calo dello 0,4% atteso dagli economisti.

Hong Kong. Secondo quanto comunicato giovedì dal Census and Statistics Department di Hong Kong, in dicembre l’export dall’ex colonia britannica è cresciuto per il secondo mese consecutivo segnando un progresso del 10,1% annuo contro quello dell’8,1% di novembre (in ottobre era calato dell’1,8%) e l’incremento del 5,9% atteso dagli economisti. Le importazioni sono invece aumentate dell’8,7% dopo il progresso del 7,6% di novembre (e quello dello 0,5% in ottobre) e contro il 5,9% del consensus. Il 2016 si è chiuso con un deficit della bilancia commerciale di 420,1 miliardi di dollari di Hong Kong, in calo rispetto ai 468,6 miliardi del 2015.

Germania. L’Ufficio Federale di Statistica Destatis ha reso noto che i prezzi alle importazioni in Germania nel mese di dicembre sono aumentati dell’1,9% su base mensile e sono cresciuti del 3,5% su base annuale, in crescita dal +0,3% rilevato a novembre. Le attese degli analisti erano fissate su un incremento mensile pari all’1,3% e del 2,7% su base annua.
Francia. In Francia migliora la fiducia dei consumatori nelle attività economiche. L’Insee ha comunicato che l’indice a gennaio l’indice si è attestato a 100 punti, in linea con le attese e dai 99 punti della rilevazione precedente.
In Francia migliora la fiducia dei consumatori nelle attività economiche. L’Insee ha comunicato che l’indice a gennaio l’indice si è attestato a 100 punti, in linea con le attese e dai 99 punti della rilevazione precedente.

Irlanda. La Central Bank of Ireland (l’istituto centrale di Dublino) giovedì ha tagliato la stima di crescita dell’economia del Paese Ue citando diversi fattori esterni, in gran parte però legati alla Brexit. L’outlook è per una crescita del Pil in Irlanda nel 2017 del 3,3% contro il 3,6% previsto in precedenza e il 4,5% stimato per il 2016. L’economia dovrebbe poi rallentare a una crescita del 3% nel 2018.

Singapore. Secondo quanto comunicato giovedì dall’Economic Development Board di Singapore, in dicembre la produzione industriale della città-Stato asiatica ha registrato su base preliminare un balzo del 21,3% annuo, in ulteriore accelerazione rispetto all’11,9% di novembre e all’1,3% di ottobre. Si tratta del quinto mese consecutivo di progresso. Su base mensile la lettura è per un incremento del 6,4% contro il 6,0% di novembre.

Il calendario di oggi
Venerdì 27 gennaio 2017

CINA Mercati chiusi per festività (Shanghai/Shenzhen);

00:30 GIA Inflazione dic;

08:00 GER Indice prezzi importazioni dic;

08:45 FRA Indice fiducia consumatori gen;

09:00 SPA Vendite al dettaglio dic;

10:00 ITA Indice fiducia imprese gen;

10:00 ITA Indice fiducia consumatori gen;

10:00 EUR M3 dic;

11:00 ITA Salari contrattuali dic;

14:30 USA Ordinativi beni durevoli preliminari dic;

14:30 USA PIL trim4 (1a stima);

16:00 USA Indice fiducia consumatori (Univ. Michigan) finale gen