È il Donald Trump day, il tycoon varca la Casa Bianca

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È il Donald Trump day. Il neo presiedente  degli Usa oggi si insedia ufficialmente alla Casa Bianca, al posto di Barack Obama, tra attese (poche) e scetticismo (molto). E, tuttavia, un fatto intanto è certo. Lo shock elettorale correlato alla sua inaspettata elezione non ha generato quello che molti temevano: invece di crollare, infatti, i mercati hanno corso e, dunque, tutti hanno dovuto sottolineare gli aspetti pro-crescita delle politiche annunciate in campagna elettorale dal tycoon. E, però, dubbi e preoccupazioni non sono del tutto fugati. Ancora recentemente, per dire, il finanziere George Soros, che aveva scommesso contro il nuovo presidente perdendo, peraltro, un milione di dollari, continua ad affermare che “il crollo dei mercati è in arrivo”. 

Intanto, la vigilia dell’insediamento di Trump è stata vissuta dai mercati sotto il segno della contraddizione. Ieri Wall Street ha chiuso in ribasso mentre, in scia, i mercati asiatici hanno evidenziato segnali opposti. Con riferimento alla Cina continentale, infatti, lo Shanghai Composite e lo Shanghai Shenzhen Csi 300 hanno guadagnato rispettivamente lo 0,70% e lo 0,77%.

A Tokyo, invece, il Nikkei 225 ha eroso le perdite iniziali, chiudendo con un guadagno dello 0,34% restando comunque in flessione di oltre l’1% nell’intera ottava.

Insomma, ancora pesano e non poco le parole della numero uno della Fed, Janet Yellen che l’altro giorno ha smorzato i toni di una politica prevista più aggressiva da parte dell’istituto centrale di Washington. Insomma, pure in assenza di segnali negativi per l’economia a stelle e strisce, la Yellen ha ribadito di ritenere “opportuno regolare l’orientamento della politica monetaria gradualmente nel tempo”.

Infine, da segnalare il primo meeting dell’anno della Banca centrale europea, che ieri – come si sa – ha lasciato invariati i tassi d’interesse: il tasso principale rimane pertanto fermo al minimo storico dello 0,00%, quello sui depositi bancari a -0,40% e quello di rifinanziamento marginale a 0,25%.

Mario Draghi ha pure confermato che gli acquisti del piano di quantitative easing Qe procederà al ritmo di 80 miliardi mensili fino a marzo, per poi calare a 60 miliardi da aprile fino a dicembre 2017. E, tuttavia, in una nota l’istituto centrale ha comunque precisato che il programma di acquisti di titoli potrà essere ampliato in termini di dimensione e durata se le prospettive dovessero peggiorare. Insomma, il Qe andrà avanti finché l’inflazione non marcerà verso il target vicino al 2%.

I dati macro

USA. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 13 gennaio si sono attestate a 234 mila unità, inferiori alle attese (254 mila) e inferiore al dato rilevato la settimana precedente (249 mila). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,046 milioni, inferiore ai 2,093 milioni precedenti. 
La Federal Reserve di Philadelphia ha reso noto che il proprio Indice, che monitora l’andamento dell’attività manifatturiera dell’area di Philadelphia, si è attestato nel mese di gennaio a 23,6 punti da 21,5 punti di dicembre risultando nettamente su periore alle attese degli analisti che si aspettavano un valore dell’indice pari a +15,8 punti. 
I nuovi cantieri residenziali sono aumentati a dicembre passando a 1226 mila unità da 1102 mila unità (+11,3%). Il dato è superiore alle attese degli analisti che si aspettavano un valore pari a 1200 mila unità. Diminuiscono lievemente le Licenze edilizie a 1210 mila unità da 1212 mila unità (consensus 1225 mila unità) in calo del 0,2%.

CINA. Secondo quanto comunicato dall’Ufficio nazionale di statistica di Pechino, il Pil della Cina è cresciuto del 6,8% nel quarto trimestre, contro il 6,7% atteso dagli economisti per una lettura invariata rispetto ai primi tre periodi dello scorso anno. Trimestre su trimestre la crescita del Pil, rettificata su base stagionale, è stata pari all’1,7% contro l’1,8% del consensus e dei precedenti due period i (nel primo trimestre il progresso era stato dell’1,2%). Nell’intero 2016 il Pil è progredito del 6,7% contro il 6,9% del 2015 che era già il tasso di crescita più limitato dal 1990.
Sempre in Cina la produzione industriale cresce del 6,0% in dicembre, in rallentamento rispetto al 6,2% di novembre (6,1% in settembre e ottobre) e contro il 6,1% del consensus. 
E le vendite al dettaglio sono cresciute su base annua in dicembre del 10,9% contro il 10,8% di novembre (10,0% in ottobre) e il 10,7% del consensus.

GIAPPONE. Prosegue per il quinto mese consecutivo la ripresa della fiducia delle aziende manifatturiere del Giappone. Il Reuters Tankan, indice che anticipa l’omonimo sondaggio trimestrale della Bank of Japan, è infatti cresciuto a 18 punti in gennaio (ai massimi dall’agosto 2014) dai 16 punti di dicembre (14 in novembre). Il sondaggio è stato condotto tra 531 aziende giapponesi medio-grandi (di cui 266 hanno risposto) nel periodo dal 4 al 17 gennaio. In crescita anche il Reuters Tankan nel settore dei servizi, migliorato significativamente in gennaio a 30 punti dai 19 di dicembre (15 in novembre), ai massimi dal giugno 2015. Le previsioni sono però per un declino del Reuters Tankan a 16 punti in aprile e a 28 punti per quello dei servizi.

GERMANIA. l’Ufficio di Statistica Destatis ha comunicato che nel mese di dicembre l’Indice dei Prezzi alla Produzione è cresciuto dello 0,4% su base mensile a fronte di un incremento dello 0,3% a novembre e dello 0,7% a ottobre. Su base annuale il PPI e’ cresciuto dell’1%. Nel 2016 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali (vendite sul mercato interno) è tuttavia sceso dell’1,7% in media annua rispetto all’anno precedente.

SPAGNA. secondo quanto comunicato giovedì dall’Instituto Nacional de Estadística (Ine, l’ente statistico di Madrid), in novembre la bilancia commerciale della Spagna ha segnato un deficit di 1,25 miliardi di euro, in calo rispetto agli 1,65 miliardi dello stesso mese del 2015. Nel periodo gennaio-novembre 2016, il deficit complessivo è stato di 16,3 miliardi di euro, in declino del 27,1% rispetto a un anno prima.

Il calendario di oggi
Venerdì 20 Gennaio 201702:00 USA Intevento Yellen (Fed);
03:00 CINA PIL trim4 2016;
03:00 CINA Produzione industriale dic; 
03:00 CINA Investimenti fissi dic;
03:00 CINA Vendite al dettaglio dic;
08:00 GER Indice prezzi alla produzione dic;
10:30 GB Vendite al dettaglio dic.