Sicurezza, Istat: Sale la percezione del rischio criminalità. Lazio in testa, Campania quinta

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Cresce percezione del rischio criminalità in Italia, Lazio primo Istat: negli anni scorsi in calo omicidi e rapine, più furti Roma, 29 dic. (askanews) – Nel 2016 sono il 38,9% le famiglie italiane che indicano il rischio di criminalità come un problema presente nella zona in cui abitano (30,0% nel 2014). E’ quanto emerge dall’annuario statistico italiano dell’Istat edizione 2016. Nel Lazio una famiglia su due percepisce tale rischio (50,0% delle famiglie), seguono Veneto (45,7%), Emilia-Romagna (45,5%) e Lombardia (44,3%); quest’ultima occupava la prima posizione nel 2014 con il 37,2%. La Campania risulta in quinta posizione, come nel 2014, ma la quota di famiglie è ben superiore (43,5% contro 33,3%). L’Istat rende noto inoltre che nel 2014 il numero dei procedimenti pendenti a fine anno è in calo, rispetto al 2013, del 6,9% presso i giudici di pace, del 9,8% presso i tribunali ordinari e del 9,0% presso le corti di appello. Si conferma anche una drastica riduzione dei ricorsi pendenti in primo grado presso i Tar: da 671.288 ricorsi in attesa di decisione del 2008 a 267.247 del 2014. La durata media di un ricorso presso il Tar nel 2014 si attesta a 3,5 anni da 9,6 anni del 2008. Nel 2014, inoltre, sono stati 2.812.936, circa 46 ogni mille abitanti, i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria (-2,7% rispetto al 2013). Diminuiscono ancora gli omicidi volontari consumati (-5,4%) e, al loro interno, quelli di tipo mafioso (-13,5%) che nel decennio 2004-2014 raggiungono il loro minimo. In calo anche le violenze sessuali denunciate (-5,1%) e lo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione (-6,0%), a conferma di un trend che ha portato negli ultimi cinque anni a un calo complessivo del 30,6%. Tra i delitti contro il patrimonio, crescono, rispetto al 2013, i furti (+1,2%), e soprattutto le estorsioni (+19,4% sul 2013; +37,2% sul 2010). Sono invece in diminuzione rapine (-10,3%), truffe e frodi informatiche (-5,2%) e la ricettazione (-1,3%), anche se questi cali compensano solo parzialmente gli incrementi registrati negli anni precedenti.