Tanto, poi, interviene lo stato con soldi del contribuente

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Come mai i banchieri sono ricchi e le banche povere, seppure adesso non paghino neppure interessi sui depositi? Per prestare soldi a chi non li restituisce, debbono imbrogliare i clienti, proponendo titoli scadenti o diamanti fasulli. Poi, paghiamo noi. Se no, sarebbero capaci di scassinare le cassette di sicurezza. I CdA sono composti da ignoranti (talvolta anche disonesti) che esercitano il potere col denaro degli altri. La Banca d’Italia che ci sta a fare se non controlla? Se un funzionario perbene mette in pericolo il sistema, lo buttano dalla finestra, simulando, poi, il suicidio. Qualcuno ha mai pensato a una riforma? Ci lamentiamo solo per i costi della politica, per l’evasione fiscale, per la corruzione che inquina l’economia. Anche il sistema bancario ci costa tanto. Ma non si fa mai nulla.

Anziché ammirarla per la riservatezza

Agnese indossa un pullover di Scervino da 730 euro. Molti si chiedono se si può permettere un simile lusso un’insegnante precaria. I miserabili sguazzano sul web, dove non è richiesta dignità per intervenire. Può averlo acquistato in liquidazione o in un outlet. Possono averglielo regalato i genitori o i figli o un gruppo di amici per un suo compleanno o il marito per una loro ricorrenza. Altri, sostenendo la teoria opposta, la biasimano perché indossa troppo spesso lo stesso capo, più adatto alla montagna che a Palazzo Chigi. Eppure, non è una moglie presenzialista. La ricordiamo da Obama – ma solo perché c’era Michelle – qualche giorno fa alle dimissioni e poche altre volte. Il fatto è che non siamo più abituati alla signorilità. Magari bastasse il proporzionale per tornare indietro di 40 anni, alla prima repubblica, quando c’era maggiore rispetto.

Abbiamo perso ma non ce ne vergogniamo

Lo scrive un famoso tifoso del Torino. Al contrario, dovrebbero essere orgogliosi di quel risultato. Due punti di scarto è il minimo handicap che i campioni dovrebbero dare a qualsiasi squadra. Del resto, non c’è un giocatore in Italia che valga la metà di un omologo della Juve. Se no, lo avrebbero già acquistato loro. Non c’è gara per nessuno. Perdono solo quando lo decidono loro, per illudere gli sportivi che non sono imbattibili. Invece, è una squadra in cui anche le riserve sono campioni. Dove si trovano altri Dybala, Higuain, Pjanic, Benatia, Sturaro, Quadrado? Dovrebbero vergognarsi quando esultano e si abbracciano dopo aver segnato una rete al Pescara o al Crotone. Tanto, sono sempre primi, tranne per dignità e buon gusto.

Due pagine di grande giornalismo, purtroppo isolate

Sin dalle prime battute Lucia Annunziata ha messo all’angolo Di Maio. “Non sopporterò per mezz’ora le solite frasi fatte”. E il pretendente al trono si rabboniva come un agnellino. Qualche ora dopo Giovanni Minoli riduceva alla docilità Di Battista con le domande che ognuno dovrebbe porre. Due must per chi vuole imparare l’arte dell’intervista. Gli altri sono compiacenti o incapaci. Hanno obblighi di riconoscenza o temono che un giorno potrebbero averne bisogno. Tutti lasciano che si ripetano errori e falsità. Nessuno corregge, per esempio, chi accusa questo governo di essere il quarto non eletto dal popolo. Ormai, la gente che non sa, lo crede illegittimo. È una bugia, che, ripetuta, finisce per essere verità. Invece, è solo il parlamento a doverlo approvare.

Benedetto Cottone ha compiuto felicemente 99 anni

Vorrei che tanti si unissero ai miei affettuosi auguri. Non solo perché gli voglio bene, ma anche perché personaggi di tale spessore, purtroppo, non si riproducono più. Non è onorevole solo per elezione, ma soprattutto per cultura, onestà, comportamento e per l’esempio che trasmette. Vado a trovarlo quando posso, ma vorrei andarci più spesso perché ogni volta che esco da casa sua mi sento più ricco di sapere e umanità. Lui è sempre lì, seduto in poltrona – il plaid sulle gambe, la Divina Commedia, la Bibbia e i Promessi Sposi a portata di mano – in attesa di chi voglia approfittare della sua esperienza, che forse non è più di moda, essendo più apprezzata al giorno d’oggi la cialtroneria. Comunque, è il suggestivo racconto di una vita spesa bene e di un sogno che ognuno, come lui, potrebbe vivere.

L’onestà come gli incidenti stradali

Riguarda solo gli altri. Siamo liberi di reclamarla e anche di non rispettarla. Possiamo scapicollarci e delinquere. Tanto, non succede nulla. Dobbiamo ammettere che siamo tutti ugualmente disonesti. C’è del marcio in qualsiasi settore e in ogni italiano. Corrotti, ladri, bugiardi e voltagabbana. È sotto gli occhi di tutti che non esiste il partito degli onesti. Non ruba solo chi non può o non ne ha l’occasione. Inutile accusare gli altri. Ripartire, una buona volta, se davvero ce n’è l’intenzione, dipende da ognuno di noi. A scuola e a casa, negli uffici e nelle fabbriche, nel commercio o negli affari, negli ospedali e per la strada dobbiamo vigilare che nessuno rubi. Ne va della sopravvivenza di tutti. Perché un siffatto paese non ne ha per molto. È destinato ad affondare.

A confronto, Giuda era un principiante

Prima era il braccio destro, la persona di fiducia, un alter ego. Nonostante gli avvertimenti dei suoi stessi sodali, continuò a proteggerlo. Improvvisamente è solo un funzionario che verrà sostituito. È bastato che il principale collaboratore cadesse in disgrazia per rinnegarlo. Ecco lo stile che caratterizza la classe dirigente e politica di cui il M5S dispone. Meno male che hanno vinto Roma. Se no, gli avremmo affidato l’intero paese. Ci hanno preso in giro millantando onestà ed efficienza, ma al primo esame sono stati bocciati. Il Campidoglio è fermo al giorno in cui se ne andò il Commissario. Ecco cosa accade non attingendo le risorse dalla formazione ma dal web, dove, nel migliore dei casi, trionfano ignoranza e volgarità.

Raggi sempre meno luminosi

Si sta proprio spegnendo, dimezzata com’è ormai quella povera ragazza che avevano spacciato per “La sindaca che Roma aspettava, perché onesta e capace”. Adesso ch’è in disgrazia, nel tentativo di attribuirsene il merito, alcuni mediocri stanno cercando di affrettarne la caduta per via giudiziaria. Siccome anche loro sono digiuni di politica, non si rendono conto che, così facendo, la rivitalizzerebbero. Il messaggio che arriva dal Campidoglio – per ora ai più perspicaci ma tra qualche mese lo percepiranno tutti – è molto chiaro. I grillini sono come tutti gli altri. Anzi, peggio perché non sono autonomi. Dipendono da Grillo e Casaleggio. Non è vero che uno vale uno. La maggior parte non vale nulla.