Corte dei Conti Campania: rimborsi Udeur, condannata lady Mastella

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In foto Sandra Lonardo

Una “disinvolta gestione” avvenuta senza alcun “controllo da parte del capogruppo che ha solo erogato somme in modo forfettario, senza tenere conto che solo la giustificazione della spesa poteva dare luogo ai rimborsi”. Con queste motivazioni la Corte dei Conti della Campania ha condannato a risarcire lo Stato per 96mila euro l’ex capogruppo dell’Udeur in consiglio regionale della Campania, Ugo De Flaviis, e l’ex consigliere Sandra Lonardo, moglie dell’ex Guardasigilli Clemente Mastella. I danni erariali di cui rispondono sono di 94mila euro per De Flaviis, e di 2mila per Lonardo. Il procedimento era parallelo all’indagine della procura di Napoli ribattezzata ‘rimborsopoli’, che gia’ lo scorso anno ha portato al rinvio a giudizio per altri ex consiglieri, per reati, a vario titolo, di truffa, falso e peculato. La decisone, di cui ha dato anche notizia il Corriere del Mezzogiorno, e’ stata emessa dalla sezione giurisdizionale della Campania, presidente Micael Sciascia, che ha elencato quanto di irregolare c’era nella rendicontazione presentata, solo in parte, dall’Uder, negli anni 2010, 2011 e 2012. Rimborsi ottenuti per consumazioni al bar, ristoranti, pizzerie: per 664 euro nel 2010, 722 euro nel 2011 e 490 euro nel 2012. I kit per le cialde del caffe’, sono costati alle casse pubbliche 349 euro nel 2010, 982 euro nel 2011. L’acquisto di generi alimentari, 16 euro nel 2010 e nel 2011, 100 euro nel 2012. Le ricariche per cellulari 5 euro nel 2010, nel 2011 e 29 nel 2012. “Spese non supportate da alcuna evidenza idonea a ricondurle a finalita’? attinenti il funzionamento del gruppo per la mancata prova che le stesse siano state sostenute in concomitanza e in occasione di un incontro istituzionale”. In piu’ De Flaviis, da capogruppo, ha comunicato tardivamente all’ufficio bilanci della Regione il numero di conto corrente dove bonificare irimborsi. De Flaviis, assistito dalla avvocato Andrea Abbamonte, e Lonardo, difesa dagli avvocati Vincenzo Colalillo e Fabio Da Agnone, hanno presentato memorie difensive il 15 settembre, sostenendo che manca la disciplina normativa nazionale o regionale che prevedesse l’obbligo di rendiconto analitico della spendita dei fondi per i gruppi consiliari. Tesi respinta dai magistrati contabili.