De Feo, il Marco Polo della cucina napoletana

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Non è il viaggio di Marco Polo, ma la strada che ha portato lo chef di fama internazionale, Rino de Feo, da Castellammare di Stabia (Napoli) a Shanghai (Cina), passando per l’Indonesia, è un percorso ricco di sapori, profumi e incontri: quelli che hanno reso famosa la cucina napoletana in Cina e che assicura agli italiani di sentirsi a casa quando, immersi nella cucina cinese, vanno in piena astinenza da ragù. Da Marcello Lippi a Fabio Cannavaro a Gigi D’Alessio, il libro di prossima uscita, ‘Rino de Feo – Storie di uomini, viaggi e ingredienti’, racconta gli intrecci di ricette stellate, parentesi di vita e amicizie nate davanti a uno “scarpariello” rivisitato. È, ad esempio, la storia della “scarpetta di Lippi”.

De Feo gli ha dedicato questo piatto quando il ct della Cina chiese un po’ di ricotta fresca sullo “scarpariello”, un piatto che ora spopola a Shangai. Il volto dello chef stabiese campeggia su TV, treni, bus, e lui viaggia tra ambasciate, grandi hotel, eventi internazionali “ma io mi definisco stabiese fondamentalista”, afferma, “molti nostri prodotti non possono essere importati. Per questo, preparo io stesso mozzarella di bufala, ricotta, mascarpone” e Fabio Cannavaro lo vorrebbe nel suo caseificio ad Arzano. Allo chef non manca il fuoco della passione per il Napoli. È, infatti, presidente del primo Club Napoli in Cina, il Club “Diego Armando Maradona”.

“Quando gli azzurri di Sarri hanno affrontato il Crotone qui erano le ore 21 – racconta – e nel locale avevo 42 napoletani, tutti imprenditori del Cis di Nola, giunti per una fiera a Canton”. Il ristorante si è trasformato nella “Curva B”. “Ad ogni azione del Napoli era un’esplosione ai tavoli” con grande sbalordimento dei cinesi abituati al fashion dell’italian style.