Assemblea nazionale sul Sud, Renzi tende la mano a De Luca (Fotogallery)

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È il presidente del Consiglio Matteo Renzi a chiudere l’Assemblea Nazionale sul Mezzogiorno, promossa da Governo, Regione e Unioncamere Campania. Il premier interviene al Palacongressi della Mostra d’Oltremare nel dibattito “Governo e sviluppo”, moderato dal direttore del Mattino Alessandro Barbano. Prima di lui si sono avvicendati sul palco Manuel Grimaldi, Ivan Lo Bello, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e il governatore della Campania Vincenzo De Luca.

Renzi si scusa per il ritardo e scherza: “De Luca mi chiama mangiaribollite in ritardo. Il vostro presidente è più altoatesino che campano, ma stia tranquillo: i soldi non arrivano in ritardo”. Il premier è convinto che al Sud via sia problema di comunicazione: “Il problema di narrazione del Mezzogiorno è un problema che l’Italia ha a tutti i livelli. Se le maggiori multinazionali della pizza e del caffè sono americane invece che italiane, ce la facciamo qualche domanda?”

Per Renzi “c’è un’Italia del Nord che viaggia a una velocità simile ai più avanzati Paesi dell’Europa. Ma persiste un divario enorme differenza col Sud”. Il presidente del Consiglio pone l’accento sul tema del referendum del 4 dicembre: “Tutto passa da lì. Se tu dai il segno che la politica semplifica si va avanti, se questa cosa non accade allora rimaniamo semplicemente come adesso”. Rivendica l’opera del governo sul Mezzogiorno: “Sul problema del Sud ci siamo attribuiti delle responsabilità. Nei decenni abbiamo restituito e buttato i soldi dell’Ue. I patti per il Sud rappresentano un momento di assunzione reciproca di responsabilità: io controllo De Luca, lui controlla me”.

Ricorda la battaglia sulla flessibilità in Europa: “Noi siamo Paese contributore e non possiamo dare i nostri soldi a chi vuole alzare i muri. Ma se tu continui a buttare i soldi come sei credibile?”. “Quali sono i fattori decisivi per il cambiamento?” si chiede il premier.

“La sburocratizzazione è la priorità, poi la semplificazione, insieme all’efficienza del sistema. Il Sud ha tutto, non ci rendiamo conto di che cos’è l’Italia e il Mezzogiorno. C’è una visione autodistruttiva secondo cui qui va tutto male che va cambiata”. Allora accade che “non hai la banda larga, non hai una struttura aeroportuale, non hai una struttura portuale e tutti vanno a Rotterdam perché l’efficienza di quel sistema è più forte. Abbiamo tutto ma ci si racconta come una realtà piena di sfighe”.

Ma qualcosa sta cambiando: “Pompei faceva notizia per i crolli, oggi ha staccato 3 milioni di biglietti. E’ una storia di successo. Quando Tim Cook decide di portale la Apple a Napoli lo fa non solo perché il governo spinge, ma perché ama Napoli e perché qui ci sono cervelli in grado di competere”. Renzi non accetta l’immagine negativa del Sud nel resto d’Italia e nel mondo: “Se qualcuno mi dice che la Sicilia è solo mafia in una sede internazionale, tolgo la mia Firenze e metto Taormina”.

Riguardo alla proposta lanciata il giorno prima dal governatore De Luca di assumere 200mila giovani nella Pubblica Amministrazione Renzi sostiene che “c’è un bisogno di digitalizzare la PA. Lo Stato non deve essere percepito come l’avversario dell’impresa. Per far questo ci vogliono anche persone nuove”.

Il premier afferma che “c’è spazio per fiscalità del vantaggio al Sud e per questo è necessaria la battaglia in Europa per avere più zone speciali economiche. Ma la sfida deve partire da qui. Il Mezzogiorno deve tornare al centro del dibattito politico nazionale, ma non con i vecchi schemi. Noi vogliamo mettere le risorse, ne vogliamo mettere anche di più”.

Ad aprire gli interventi della mattinata è l’armatore Manuel Grimaldi: “Quando si parla di divario fra Sud e Nord si parla di ritardo infrastrutturale. Ma penso al potenziale del Sud, di quanto potrebbe fare per se stesso e per l’Europa”. Grimaldi elogia l’esperienza del porto di Salerno: “Uno dei primi scali d’Europa, vero miracolo organizzativo creato dal nulla in un contesto problematico”. Infine incoraggia il governo per aver messo mano alla riforma delle autorità portuali.

Segue l’intervento del presidente di Unioncamere Ivan Lo Bello: “Al Sud abbiamo tante eccellenze e tanti ritardi. Sud non è tutto negativo, ci sono esperienze positive da valorizzare. Cosa serve per cambiare rotta? Prima di tutto una battaglia seria su infrastrutture e banda larga”.

Il tema dell’innovazione è fondamentale per Lo Bello: “Senza innovazione non cambiamo. Dobbiamo costruire una nuova PA che sia innovativa. Il digitale è un elemento fondamentale, siamo in ritardo”.

Sale sul palco il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: “Vorrei partire da una parola: amnesia. È decisivo rimettere al centro la questione del Mezzogiorno. C’è stato un momento in cui sembrava quasi sbagliato parlarne. Il Sud deve reagire: servono proposte”.

Boccia appoggia il Sì al referendum sulla Riforma Costituzionale: “C’è bisogno di velocità, la questione temporale è fondamentale. Questa è una stagione importante, c’è un vero e proprio scontro culturale tra chi vuole cambiare e chi vuole mantenere una posizione. Noi industriali diciamo sì alla riforma”.

Per il presidente degli industriali bisogna comprendere che “la partita non è tra Paesi d’Europa ma fra Europa e resto del mondo. Mezzogiorno, si parte dalle criticità per arrivare alle potenzialità”. Sulla proposta di assunzione massiccia nel pubblico impiego di De Luca dice: “Ero un poco scettico quando l’ho saputo. Se vuol dire che la PA deve essere innovativa, allora ha ragione”.

Prima del premier parla il governatore Vincenzo De Luca: “L’immagine del Sud è un’immagine devastante. Ci sono due modi per falsare la realtà: ignorarla o descriverla a metà. Abbiamo parlato di criminalità e di degenerazioni, ma c’è un altro Sud. Non parlo solo delle eccellenze, ma anche delle tante persone civili che popolano le nostre terre”. De Luca presenta “un altro Sud, questo è il Sud che accetta la sfida dell’efficienza. Questo è il Sud che accetta la sfida dei costi standard, non vogliamo la solidarietà”.

“Ho preso – dice – questo impegno a livello nazionale: voglio le stesse risorse”. Il governatore viene interrotto da alcuni contestatori presenti in sala. Fuori decine di persone dei centri sociali manifestavano contro la visita del premier attorno a una Mostra d’Oltremare blindatissima. “C’è un interesse del Nord al decollo del Sud – afferma De Luca – Qui c’è un mercato costituito da venti milioni di consumatori. Il nostro problema è il rapporto con l’Europa, non del Sud col Nord”.

Poi cavalca il suo cavallo di battaglia: la sburocratizzazione: “Se perdi tempo sei fuori. Abbiamo questa situazione, ci portiamo dietro grandi pesi”. Ricorda il dramma della disoccupazione: “Così non reggiamo. Il fatto grave è che in alcune aree il tasso di disoccupazione va oltre il 50 per cento dei giovani”.

Il governatore della Campania considera “necessario il Sì al referendum per rendere tutto più snello” e rilancia la propria proposta delle 200mila assunzioni nella Pubblica Amministrazione: “Non è un rompete le righe, stiamo proponendo un processo razionale di riorganizzazione moderna della PA. Propongo un meccanismo scalare: prima i laureati con 110 e lode. Qual è il valore? Creare una speranza. Ci sono giovani che vivono ormai la vita come un’avventura chiusa, noi non possiamo dire ai nostri figli: dovete aspettare altri sette anni per vivere. C’è un rischio democratico al Sud, bisogna creare una speranza”.

 

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Assemblea per il Mezzogiorno