#262ACASA e #146ACASA: la protesta sbarca sui social

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Persone del mondo dello spettacolo, del cinema e del giornalismo, ma anche gente comune. La rete si mobilita per i lavoratori dell’Accenture Outsourcing Srl e della 4u servizi Spa. In tanti Persone del mondo dello spettacolo, del cinema e del giornalismo, ma anche gente comune. La rete si mobilita per i lavoratori dell’Accenture Outsourcing Srl e della 4u servizi Spa. In tanti stanno inviando i loro “selfie” di solidarietà a chi sta attraversando un periodo complicato. Si tratta di due aziende di Palermo che rischiano di chiudere da qui a poco tempo. Così, i dipendenti hanno avviato una campagna sul web per portare le due vertenze alla ribalta nazionale. È stato lanciato l’hashtag #262acasa. Esso rappresenta il numero di persone dell’Accenture che il prossimo 31 ottobre rischiano di restare senza lavoro. La società, leader nel mondo per la consulenza alle aziende, a causa della rescissione del contratto con BT Italia (British Telecom) ha deciso di smobilitare. I lavoratori Accenture hanno già fatto sacrifici in passato. Nel 2010 l’azienda ha ridotto lo stipendio di circa 500 euro per ogni dipendente. Il rischio era che la società spostasse i propri interessi da Palermo alla Romania. L’iniziativa è stata seguita a ruota dai ragazzi della 4u che hanno lanciato la nuova pagina #146acasa. Anche in questo caso il riferimento è al numero di lavoratori che hanno ricevuto il benservito dal proprio datore di lavoro. In poche ore sono state raccolte 1.400 adesioni solo per quest’ultima comunità virtuale. Nel luglio scorso, per la seconda volta in due anni (la prima crisi del 2012 è costata il posto a 19 unità a fronte dei 101 licenziamenti annunciati), i vertici dirigenziali hanno avviato la procedura di mobilità. Le due realtà palermitane più influenti nel mondo dei call-center, dalla fine degli anni ’90, hanno garantito un lavoro dignitoso a giovani e famiglie siciliane. Entro la giornata di oggi è previsto un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico con Accenture, British Telecom, il Ministro Federica Guidi, l’assessore regionale al Lavoro Giuseppe Bruno e l’assessore Giovanna Marano del Comune di Palermo. In attesa di buone notizie, sta andando in scena un modo pacifico di manifestare la propria rabbia. E tutto questo per far capire che dietro una cuffia o un telefono vivono centinaia di nuclei familiari destinati a non avere un futuro dignitoso.